Roma Nuoto: più indagati che medaglie

Parole sante quelle postate su Dagospia, che sottoscrivo senza riserve. In occasione dei grandi eventi, i potenti che governano questa città scassata pensano solo a come approfittare della situazione per riempire i loro già grossi portafogli e acquisire nuovi (gli ennesimi) privilegi.
Ma basta, non se ne può più: si parla già di Olimpiadi, per carità, lanciamo la candidatura di Venezia, almeno nel Veneto riescono ad essere seri e professionali quando si propongono per certi eventi di carattere mondiale. Un triste saluto, Rex

LA BELLA ROMA DEI CIRCOLI... (di Minimo Riserbo e Falbalà - Dagospia)

Dopo l'evidente disastro organizzativo dei mondiali di nuoto sul biondo Tevere, arriva il momento dei sigilli alle piscine e degli avvisi di garanzia a Megalò Malagò e compagnia.

Non era difficile da prevedere: i circoli dei soliti noti si erano ampiamente fatti i cazzi loro violando ogni regola urbanistica (servono a questo i grandi appuntamenti internazionali e le leggi speciali), le squadre non sapevano dove allenarsi e sulla stampa estera era tutto un lamentarsi delle strutture indecenti o risicate. Perfino questa modesta rassegna, mentre sui nostri giornali da Ventennio a colori impazzavano i titoli trionfalistici, avvertiva che dopo le medaglie sarebbe arrivata la polizia.

E ora eccoci qui a stupirci in prima pagina. "Roma, sequestrate le piscine dei Mondiali. Scandalo nella capitale. Violate le norme urbanistiche, indagato anche Giovanni Malagò" (Repubblica, p.1). Il Corriere difende "Giovannino" e tratta la questione a pagina 27 senza richiami in prima. La Stampa mette a pagina 18 un pezzetto imbarazzato e imbarazzante. Il Giornale riesce a confinare la notizia in un pezzullo sciatto a pagina 21 e fa sparire Malagò dai titoli. Splendido il titolo di Libero: "Mondiali di nuoto: più indagati che medaglie" (p.19)

Malagò, concessionario di auto di lusso ed ex accompagnatore di Gianni Agnelli, quindi aspirante Montezemolo, è il simbolo migliore del genere di imprenditoria che riesce a produrre Roma, tra un Mondello e un Pambianchi: tutti chiacchiere, cene e pubbliche relazioni. Poi, alla prova del lavoro, la pochette ben intonata non basta.


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