Le Olimpiadi Televisive della vecchia Mamma RAI
Dopo l’indigestione di Olimpiadi (BOLT è il nuovo Messia dell’atletica leggera, un alieno!), con il petto gonfio di orgoglio per le medaglie vinte, ma intriso di tristezza per la fine dei giochi (seppur in una Cina dove la parola democrazia fa rima con quella utopia), è tempo di bilanci, anche televisivi! Personalmente, ho scelto quasi sempre EUROSPORT, con il nuovo canale in HD e devo dire che la loro squadra di giornalisti ed esperti, anche se andava in onda da Milano, era molto preparata e obiettiva, secondo il mio umile giudizio che, per quanto riguarda
Ma prima… un bel pettegolezzo, tanto per non perdere il vizietto! Bye, Rex
Balthazar per Vanity Fair
Metà del Parlamento s’interroga, fingendosi disinteressato alla risposta, se sia vera o no la favola d’amore sbocciata tra Michela Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Franco Frattini, ministro degli Esteri: “La coppia più bella del mondo”, secondo l’informatissimo Lino Jannuzzi.
Un’autentica passione che giustificherebbe – ad avviso di molti parlamentari, incrollabilmente saldi nelle loro convinzioni virilista – l’assenza del ministro dall’importantissimo vertice europeo sull’emergenza in Georgia. Addirittura.
1 - PERCHÉ
Aldo Grasso per il Corriere della Sera
«Ma ti sei reso conto di quello che hai fatto?». Ecco, in questa frase di rara inutilità (dopo 4 anni di duro allenamento, un atleta che vince una medaglia, possibile non si renda conto di quello che ha fatto?) si racchiude perfettamente il senso della spedizione Rai all'Olimpiade di Pechino. Nel dopo gara, Elisabetta Caporale si è avvicinata spesso al campione con l'aria del cronista che chiede a una persona che ha appena patito una tremenda disgrazia: «Cosa ha provato in quel momento?».
Purtroppo non è solo una questione di persone, di singoli (anche se...), di inviati o di commentatori sbagliati (anche se...); no, il problema è più generale e riguarda
Nonostante le ovvie difese d'ufficio del presidente Petruccioli, la situazione è complicata e rischia di aggravarsi. Quello che in maniera drammatica Pechino
La carenza della Rai è prima di tutto una carenza tecnologica: non è più pensabile investire così tanto in diritti (era Antonio Marano il responsabile degli acquisti?) se non si hanno a disposizione diversi canali su cui spalmare un evento complesso e articolato come l'Olimpiade. Solo dopo le nostre critiche,
In una situazione di concorrenza, un direttore agli ennesimi «risvolti umani» di un Carlo Paris o di un Claudio Icardi dice basta; all'ennesima battuta infelice o banalità mascherata di un prof. Dal Monte o di un Bartoletti dice basta. A rimetterci, sono i più bravi, i più scrupolosi che vedono rovinare il loro lavoro da un diffuso clima di provincialismo.
La cosa più fastidiosa delle telecronache Rai è l'insieme di tifo e contiguità che le rende obsolete e irritanti. Siamo tutti tifosi degli atleti italiani ma non per questo dobbiamo essere ciechi di fronte al resto del mondo; trasformare la telecronaca in incitamento (ahimè, succede anche su altre emittenti) è una scorciatoia sentimentale ma poco professionale. E poi, specie nei talk di approfondimento, viene fuori una vicinanza, una confidenza, quasi una dipendenza fra cronisti, atleti ed ex atleti davvero indisponente. Si cresce con il confronto, non con la complicità, non con la connivenza.
Il fatto triste è che se
2 - RAI, A PECHINO SBAGLIATA
Walter Siti per
Insomma
Ma come ha dimostrato la cerimonia di chiusura di Zhang Yimou, la vera dimensione è il futuro e il passato non importa più a nessuno. Rock americano, uomini volanti in tute luminose, acrobazie asiatiche e pirotecnie d'avanguardia. Una swinging London digitale ha scelto David Beckham come testimonial delle sue prossime Olimpiadi, alla faccia del dilettantismo.
Attendendo la cerimonia, Rai2 ci ha offerto la collezione completa dei servizi di Carlo Paris, volonterosi ma incapaci di superare la barriera del «colore» e della lacrima sul viso; l'indagine sociale limitata al contrasto tra l'arroganza dei grattacieli e l'umiltà dignitosa dei vicoli (la borghesia cinese non si fa trovare in casa?). La serie dei servizi finiva con l'oro di Cammarelle (che alla domanda se volesse anche lui donare qualcosa al Dalai Lama, fortunatamente ha risposto: «La vittoria la dedico a me stesso, perché sul ring i pugni me li becco io»).
Lo sport è ingenuo, e in questo consiste parte del suo fascino; «Ma sai - diceva Bragagna a Monetti durante la
A rifletterci un attimo, quel che colpisce è che per un'occasione così ghiotta e delicata