Vento Leggero

Tempo, ci vorrebbe più tempo per mettere giù qualcosa in questo blog, i giorni passano veloci quando hai troppo da fare, tra casa e lavoro. Per fortuna c'è sempre lui, Massimo Gramellini, con i suoi corsivi brevi e incisivi, questo è stato pubblicato dopo i ballottaggi delle elezioni amministrative e coglie nel segno, come spesso gli succede.

Gli anni della Milano da bere, dell'egocentrismo, del finto perbenismo forse stanno per finire, c'è un senso di rinnovamento nell'aria, è ancora presto per coglierlo, ma è lecito augurarsi che certi eccessi stiano per tramontare definitivamente, in nome di un rispetto reciproco maggiore, per noi e per il nostro pianeta. Un nuovo concetto di leggerezza nell'essere e nel vivere che ci porti a scelte più attente, anche nel nostro piccolo mondo quotidiano, cominciamo dai piccoli gesti e dalla gentilezza, ne vale la pena. Buona lettura, Rex

Anno Zero (di Massimo Gramellini)
Ieri in Italia sono finiti gli Anni Ottanta. Raramente nella storia umana un decennio era durato così a lungo.
Gli Anni Ottanta sono stati gli anni della mia giovinezza, perciò nutro nei loro confronti un dissenso venato di nostalgia. Nacquero come reazione alla violenza politica e ai deliri dell’ideologia comunista. L’individuo prese il posto del collettivo, il privato del pubblico, il giubbotto dell’eskimo, la discoteca dell’assemblea, il divertimento dell’impegno. La tv commerciale - luccicante, perbenista e trasgressiva, ma soprattutto volgarmente liberatoria - ne divenne il simbolo, Milano la capitale e Silvio Berlusconi l’icona, l’utopia realizzata. Nel pantheon dei valori supremi l’uguaglianza cedette il passo alla libertà, intesa come diritto di fare i propri comodi al di fuori di ogni regola, perché solo da questo egoismo vitale sarebbe potuto sorgere il benessere.

Purtroppo anche il consumismo si è rivelato un sogno avvelenato. Lasciato ai propri impulsi selvaggi, ha arricchito pochi privilegiati ma sta impoverendo tutti gli altri: e un consumismo senza consumatori è destinato prima o poi a implodere. Il cuore del mondo ha cominciato a battere altrove, la sobrietà e l’ambientalismo a sussurrare nuove parole d’ordine, eppure in questo lenzuolo d’Europa restavamo aggrappati a un ricordo sbiadito. La scelta di sfidare il Duemila con un uomo degli Anni Ottanta era un modo inconscio di fermare il tempo. Ma ora è proprio finita. Mi giro un’ultima volta a salutare i miei vent’anni. Da oggi si guarda avanti. Che paura. Che meraviglia.

Post più popolari