Quelle pericolose Rime Baciate

Stella ha un archivio piuttosto corposo che gli permette di castigare a distanza di tempo peccati e delitti che altrimenti cadrebbero nel dimenticatoio. Questa voltà è il turno del nostro Presidente Ferroviere che in preda ai deliri dell'alta velocità fece una battuta che oggi appare una premonizione! Bye, Rex

Quando Silvio all'inaugurazione della Freccia Rossa disse: “Presidente ferroviere? Io preferisco il presidente puttaniere!” - Parole mai smentite, che a rileggerle adesso...

Gian Antonio Stella per "Il Corriere della Sera"


Si sarà mangiato la lingua in questi giorni, Silvio Berlusconi, ripensando alla battuta fatta sulla Freccia Rossa nel viaggio inaugurale da Milano a Roma. A un certo punto, come scrisse Tommaso Abate sul Riformista poi ripreso senza smentite da «Dagospia», si avvicinò con una piccola corte al seguito all'allora primo cittadino di Firenze Leonardo Domenici che era accanto a Vasco Errani: «Adesso facciamo divertire il sindaco».

Si toccò il berrettino con la visiera col quale sarebbe apparso il giorno dopo su tutti i giornali e ammiccò: «Allora, vi piace il presidente ferroviere?». E, mentre quelli abbozzavano una risposta, li fulminò con una risata: «Io invece preferisco il presidente puttaniere». Parole che, a rileggerle adesso...

Per carità, era solo una battuta. Forse un po' greve e scalognata, visto il seguito, ma una battuta. E può darsi che, a dispetto di Domenici che sorridendo conferma tutto, il Cavaliere si possa affrettare ora a smentire. Sono passati tre mesi? Niente paura. «Le smentite non hanno scadenza» disse qualche anno fa Gianfranco Fini negando a distanza quasi di un decennio di aver mai detto alle Iene non solo che «Mussolini è stato il più grande statista del secolo» ma anche che Berlusconi «per eguagliare il Duce dovrà pedalare parecchio...».

Una smentita è una notizia data due volte» spiegava Giulio Andreotti: in genere lui preferiva lasciar perdere. Il fatto è che il premier, questo suo amore per le battute dovuto a un carattere che Gianni Baget Bozzo definiva «giocoso », l'ha già pagato caro più volte.

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