Quella Viva Sensazione di Libertà

Evviva, finalmente ce l'ho fatta, era tanto che sognavo questo momento! Ma come... inizia a piovere?? Proprio ora? Non ci credo, dopo i mesi più caldi dell'ultimo millennio, finalmente l'estate ha deciso di abdicare e ha scelto il mio giorno, quello tanto atteso.
Me ne frego, vado avanti, in fondo sono solo due gocce. Procedo spedito e incontro qualche frettoloso viandante o sportivo che fugge, presto resto da solo. Solo con me stesso, con i miei pensieri, con le mie sensazioni. Sono qui proprio per questo, perchè ci sono posti magici che riescono a portarti in una dimensione parallela, al di fuori del tempo e dei folli ritmi quotidiani. Mi sento ancora più folle e ingrano la quinta, è un gesto inconscio e sento che lo pagherò, ma me ne frego, mi sento bene e solo questo conta. Lancio un urlo, il mio urlo da concerto rock e mi accorgo di essere l'unico essere umano nel raggio di qualche kilometro, sento solo il rumore del mio respiro e delle gocce che sbattono violentemente sulle foglie degli alberi che ogni tanto mi riparano. Ad un tratto realizzo che sta diluviando, che le gocce sono grandi come ciliegie e che mi sono inzuppato velocemente. Tornare indietro?? Non se ne parla, ho chiaro nella mente il mio traguardo e mi sento come il Tenente Dan sulla coffa della barca per la pesca dei gamberi di Forrest Gump:
D= Dan - F= Forrest
D: “Ed ora stammi bene a sentire, abbiamo un destino niente succede per caso, io dovevo rimanere là fuori con i miei uomini e adesso sono un maledettissimo storpio.
Sai cosa si prova a non avere l'uso delle gambe?”
F: “Si lo so...”
D:”Era previsto che io morissi sul campo con onore!”
.........
D: ”Forrest non ti ho mai ringraziato x avermi salvato la vita.”
...Dan si butta in mare e nuota...
F:(pensa) “Secondo me ha fatto la pace con Dio!”
Io non sto cercando di fare pace con Dio, ma semplicemente di sentirmi in pace con me stesso, ed ora mi sento il Re del Lago, il Signore del Bosco, il Figlio del Vento... sono tutto questo e sono semplicemente IO che corro nel lato selvaggio del Lago di Castel Gandolfo in una giornata uggiosa di settembre. E allora... Corri, Rinaldo, CORRI! La pelle d'oca improvvisa, non è il freddo e l'umidità, ma un brivido e una consapevolezza: in questo istante sono VIVO, sono LIBERO, sono FELICE. Non importa quanto durerà, importa assaporare questo momento, gustarlo fino in fondo prima di tornare alla realtà della civiltà. Forse voleva raggiungere questo stato di grazia il protagonista di Into the Wild, il recente capolavoro di Sean Penn, nel suo pellegrinaggio culminato in Alaska nella terra più selvaggia dove non esistono soffitti e carte di credito.
Il sentiero giunge al termine, ecco la prima casa, il primo albergo, le prime auto e i primi rifiuti. Da questo lato del lago sono tanti, troppi... bicchieri e piatti di plastica, bottiglie, lattine, resti di incarti di cibo, sono ovunque, sono i resti di allegri picnic, residui di un'ignoranza che non muore mai, che si tramanda nelle nuove generazioni di Italiani e nei nuovi arrivati dall'estero. Vorrei tornare indietro, ma ormai quel momento magico è svanito. Sono stanco, ecco il mio scooterone bagnato, come me, morirò di freddo prima di arrivare a farmi una doccia che mi riscaldi. "la Felicità è vera solo quando è condivisa"... Amore sono a Casa, stringimi forte che ti racconto di quanto mi sono sentito Selvaggio! Rinaldo

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