To PIL or Not to PIL


Un lungo break estivo che non ho voluto interrompere spesso per eccesso di bile e di pensieri furiosi che era meglio tenere "sedati". Mai come in questo caldo mese di agosto avevamo assistito ad un balletto da circo su misure economiche, taglia e cuci, accelerazioni e marce indietro, roba davvero da rimanere allibiti, ci si chiede: "ma siamo su Scherzi a Parte?". Speriamo in un autunno positivo, speriamo di non perdere anche le ultime speranze per un Paese migliore, senza evasori fiscali... opssss.... sono scivolato nell'utopia, sorry!
Riprendiamo da un corsivo di Massimo Gramellini, come sempre tutto da condividere. Saluti Indignati, Rex

Il Pil sullo stomaco (Massimo Gramellini per la Stampa)
Possibile che solo due contribuenti italiani su cento guadagnino più di 3000 euro netti al mese? Se i dati del rapporto dell'Acli sui redditi 2011 corrispondessero alla realtà, significherebbe che l'Italia vive dentro un film e molti suoi cittadini sono attori che usano beni di lusso gentilmente offerti dalla produzione. Possibile che, su tre individui che incontrate per strada, uno dichiari al Fisco meno di 600 euro al mese? Tutti precari al primo impiego e pensionati all'ultimo stadio? Tutti membri della Casta o marziani? Prima ancora delle leggi, per combattere chi evade le tasse servirebbe l'indignazione di chi le paga. Invece se uno rapina una banca viene arrestato (a meno che sia il banchiere: in quel caso, come si è visto in America, lo Stato gli darà altri soldi). Mentre se rapina la collettività gode di una certa considerazione sociale.

Anche se ci rifiutiamo di ammetterlo, abbiamo metabolizzato l'esistenza di tre prodotti interni lordi. Il Pil in nero di chi si rifiuta di finanziare i servizi pubblici (a questo servono le tasse), talvolta per sopravvivere, più spesso per godersi la vita a scapito di chi non ce la fa. Il Pil delle mafie con cui si comprano case, aziende, terreni: tanto i soldi non hanno odore, al massimo qualche traccia di cocaina. E infine il Pil dei pirla: noi lavoratori dipendenti. L'unico che compare nelle statistiche ufficiali. L'evasore attraversa crisi e rivoluzioni come la salamandra il fuoco: senza bruciarsi. Purtroppo sarà così fino a quando le vittime non capiranno che quel tizio non sta derubando qualcun altro, ma loro.

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