Disinformazione Indignata

Lo sapevamo, sentivamo che prima o poi sarebbe successo. Era nell'aria e puntualmente alla prima occasione "buona" i "cattivi" hanno assaltato la città, mettendola a ferro e fuoco, il tutto con un'azione premeditata e ben organizzata. Sconvolgente è l'intervista pubblicata oggi (CLIKKA QUI)all'esponente di questi dementi e delinquenti che si fanno chiamare "neri", in cui racconta con orgoglio del master in sommosse fatto in Grecia, della suddivisione dei militanti in falangi, con compiti ben precisi, della tattica per ingannare le forze dell'ordine (onore a tutti coloro che sabato hanno mantenuto la calma evitando conseguenze ben peggiori), degli stratagemmi per rifornirsi di armi.
Le ragioni della manifestazione sono ovviamente andate in vacca, ai neri non interessava protestare per un cambiamento globale. Altra faccia della stessa medaglia: nella stessa manifestazione, pacifici cittadini hanno assalito l'ottantaduenne Marco Pannella, reo di aver salvato il governo, aiutandolo ad ottenere la fiducia il giorno prima alla Camera. Ai paladini della disinformazione serviva un capro espiatorio per giustificare l'ennesimo fallimento di una politica di opposizione sterile e di imboscate inutili.  Cerchiamo di fare giustizia e di fornire una pagina di verità, per chi avrà la pazienza di leggere, troverà di seguito una nota di rara onestà intellettuale e politica di Roberto Giachetti, Deputato PD organizzatore dell'imboscata, un commento di Emma Bonino e un approfondimento de il Giornale. Buona lettura, Rex

HO IL DOVERE DI UNA RISPOSTA. ABBIATE PAZIENZA: E' LA MIA!
pubblicata da Roberto Giachetti il giorno venerdì 14 ottobre 2011 alle ore 21.51 (NdRex:E’ la verità dal diretto protagonista, persona intellettualmente onesta, al contrario di molti suoi colleghi di partito e pseudo giornalisti, che si sono ben guardati dal diffondere la verità sui fatti )

La notizia è che Berlusconi perde 4 deputati della maggioranza e scende a quota 316 cosa che gli renderà ancora più impossibile governare fuori dai voti di fiducia. Siccome però noi siamo la reincarnazione di Tafazi il punto centrale del nostro dibattito (si fa per dire) è l'ennesima querelle con i radicali. Bene allora le cose stanno così: tutti noi sapevamo che l'impresa di far mancare il numero legale era un'impresa quasi impossibile. Occorreva che al netto di tutte le defezioni dichiarate nella maggioranza, altri tre deputati non votassero la fiducia.
Tutti sapevamo che gli unici tre che avrebbero potuto farlo (perchè in numerose sedi avevano manifestato tale dubbio) erano Milo, Pisacane e Sardelli. Occorreva che tutti e tre non votassero la fiducia (non uno o due, ma tutti e tre). La sorte ha voluto che fosse sorteggiata per la chiama la lettera "S". Quindi dopo pochi minuti il primo ad essere chiamato è stato Sardelli che non ha votato. Ho sperato davvero che tra i tre ci fosse un accordo ed ho atteso il momento di Milo. Purtroppo Milo alla chiamata ha risposto votando "SI". A quel punto a tutti coloro che conoscevano la situazione è stato chiaro che la partita era chiusa. La chiama è andata avanti e, a pochi voti dalla fine della prima chiama, sono arrivati i radicali e poi le minoranze linguistiche che hanno votato no. Dopo il voto del primo radicale (Beltrandi) ci sono stati 17 deputati della maggioranza che hanno votato "Si". Erano tutti deputati che certamente avrebbero votato si, tra cui molti membri del governo. Alla fine della prima chiama, sono entrato in Aula mi sono recato dagli uffici della Presidenza (che sono, ovviamente, neutri e che non contano a mano ma leggono il risultato elettronico i quali mi hanno comunicato l'esito del voto al termine della prima chiama: 322 votanti. 315 "si" e 7 "no" (5 radicali e 2 minoranze linguistiche). Questo vuol dire che al termine della prima chiama la maggioranza aveva ottenuto il numero legale da sola a prescindere da coloro che avevano votato "no". Nella seconda chiama un solo deputato si aggiunge a quelli che avevano votato nella prima chiama: Pisacane (irrilevante ai fini del numero legale) e così la maggioranza sale a 316. Questi sono i numeri ed i fatti veri, ufficiali.

Conosco i radicali. So perfettamente che se si riuniscono per decidere su una questione di tale importanza lo fanno ben consapevoli di cosa potrebbe comportare il loro voto, quindi sono certo che avrebbero votato (magari non tutti convinti) anche se invece fosse stato chiaro che il loro voto sarebbe stato determinante. Ritengo questa scelta come quella sulla fiducia a Romano una cazzata assoluta ma in questa come nell'altra occasione è evidente che la cazzata non è stata in alcun modo decisiva. Aggiungo che ho trascorso (e non da solo) circa trenta ore (notte compresa) a organizzare tutto fin nei minimi dettagli per garantire una possibile vittoria e che questa decisione dei radicali ha reso la circonferenza delle mie palle ben più ampia dell'asteroide che doveva colpire la terra. Ma facciamo tutti politica (o almeno così dovrebbe essere...) ed abbiamo il dovere di guardare i fatti. I fatti dicono in modo incontrovertibile che la scelta dei radicali è stata del tutto ininfluente.

Alla luce di questo avrei sperato in un coro di dichiarazioni che mettessero in risalto l'ulteriore indebolimento di Berlusconi. Ed invece no. E' partita, guidata dalla solita Bindi la caccia al radicale (chissà se dopo questa nota non toccherà anche a me da parte del Presidente del Partito...). La delegazione radicale (che è tale per accordo convenuto ad inizio legislatura con i vertici del Partito e che quindi si presuppone abbia già in origine un suo livello di autonomia) si è autosospesa dal gruppo (aggiungendo un ulteriore grado di autonomia nelle scelte) in attesa di un chiarimento politico con i vertici del PD. Questo chiarimento non c'è mai stato. Come ricorderete subito dopo il caso Romano, dopo un incontro con la Presidenza del Gruppo, sia i radicali sia Franceschini avevano ritenuto indispensabile che maturasse, attraverso un incontro con i vertici del PD, tale chiarimento politico. Questo non è mai accaduto. Se questo impegno assunto con loro vi fosse stato forse, ripeto forse, oggi le cose sarebbero andate diversamente. Invece siamo qui di nuovo ad ascoltare il moltiplicarsi di labbra che pronunciano la parola "espulsione". No, chi pensa di risolvere i problemi politici con le scorciatoie regolamentari e con le punizioni esemplari non solo non troverà mai il mio consenso ma dimostra pochezza in termini di lungimiranza politica e mette a serio rischio il disegno originario del PD. Ho detto questo quando la questione riguardava una delle persone più lontane dalle mie idee politiche, come la Binetti, lo ribadisco a maggior ragione in questa occasione. Oggi sono i radicali e con lo stesso sistema domani potrebbe essere il dissidente Follini, il rottamatore Renzi, il conservatore Ichino e magari anche molto più modestamente il sottoscritto... Abbiamo iniziato la legislatura che eravamo più di 220, oggi siamo 205. Mi torna in mente quella filastrocca che fa: se prima eravamo in dieci a cantare mapin mapon ora sono rimasto solo a cantare mapin mapon.... Spero che la notte porti un generale rinsavimento! Sono stanco... Me ne vado a letto e.... "l'ultimo chiuda la porta!"

Emma Bonino: falsità e bugie, Radicali capro espiatorio per l'opposizione che ha fallito l'ennesima imboscata
Questo è l'omuncolo esperto di "sputa al vecchio e scappa". Bravo!







L'accoglienza riservata a Pannella nella manifestazione di sabato è il frutto delle falsità e delle bugie date a milioni di persone, come ha fatto ancora ieri sera Fabio Fazio, senza avere la minima possibilità di dire nulla. (I Radicali hanno votato contro la fiducia al governo, ndr)

Si tratta di uno spaccato rabbioso e furibondo guidato da giornali e politici frustrati perché ancora una volta la politica della trappola parlamentare, inventata questa volta da Casini, per l'ennesima volta è fallita.
Ed è l'unica politica che hanno in comune, dal momento che su tutto il resto, dalla riforma elettorale, all'economia, alla giustizia, alla politica estera, i partiti dell'opposizione non sono d'accordo su nulla.
A tenerli insieme è solo la caccia a Berlusconi dal momento che poi, come dice Enrico Letta, sono pronti a fare un governo Maroni, Alfano, Casini, Bersani.
Avendo perso per l'ennesima volta avevano bisogno di un capro espiatorio su cui riversare tutta la loro rabbia e impotenza e, invece di combattere questo governo già morto e nefasto con la contrapposizione di un progetto politico, siamo alle imboscate. Ma quando si ragiona per calcoli e non per convinzioni, sarebbe almeno il caso di farli bene questi calcoli.
Io avevo detto a Rita Bernardini che personalmente non avrei partecipato alla prima chiama perché ritengo che questo governo senza maggioranza politica deve trovarsi da sé quella numerica, e poi perché era evidente che, in particolare se avessero fallito ancora una volta, avrebbero dovuto scaricare sul capro espiatorio radicale tutta la valanga della loro frustrazione e della loro prepotenza arrogante, e che noi saremmo stati messi in condizioni di non poter neanche reagire e di essere vittime solo di palate di disinformazione. Siccome l'obiettivo delle opposizioni è far fuori i radicali, io non penso che sia segno di mediocrità decidere che magari in qualche trappola non si cade, quindi avrei fatto un altro tipo di valutazione.
 
Vittorio Macioce per "il Giornale"

«Bastardo»,«venduto»,«buffone»,«vecchio schifoso» e sputi, grida, uova marce sul viso, livore, ignoranza. Questi sono gli indignati. Non hanno rispetto neppure per il volto di un ottantenne, uno che a questo straccio d'Italia ha regalato una vita di battaglie civili, uno che la casta, la partitocrazia, l'ha combattuta quasi da solo,senza bandiere, senza mandrie ruminanti dietro la moda del tempo.
Marco Pannella sta in piazza, attraversa il corpo degli indignados, con la sua faccia di sempre, i capelli bianchi e la coda di cavallo. C'è un video che racconta tutto. A vederlo, così, il giorno dopo è come una ferita. Quello che accade fa schifo. Non è questa l'Italia migliore. Non questi qui. Non questa gente. Pannella sorride. Chi più di lui ha il diritto di manifestare contro tutte le caste? Quasi non capisce quello che si trova intorno. Ci sono vecchi senza memoria e giovani arroganti.
Lo circondano, lo insultano, lo cacciano, a un certo punto arriva uno con le tempie brizzolate e il cranio calvo, in giacca, jeans e un impermeabile bianco sulla spalla, si avvicina e passando sputa a tradimento verso gli occhiali di Pannella: «Non voglio stare vicino a questa carogna. Stronzo, pezzo di merda». E sputa ancora, con l'occhio cattivo, sdegnato se ne va, fiero del suo gesto. Pannella gli ride alle spalle, lo applaude: «Bravo, bravo».
Ogni passo tra la folla è una bestemmia contro di lui. Alcuni lo affrontano con gli occhi avvelenati: «Non ti vogliamo qui, vattene. Bastardo. Vecchio maiale». È il coro di una massa che non sa quello che dice. È il lato pacifico dei black bloc. Quelli in nero spaccano vetrine e lanciano molotov e estintori. Questi vomitano violenza verbale, intolleranza, brandelli di ideologia spappolata. Nessuno di loro sa chi sia Voltaire. Chi solo vagamente non la pensa come loro va messo alla gogna. È quello che hanno fatto.
Il peccato di Pannella e dei radicali è noto. Ci ha pensato Rosi Bindi a denunciarli alla santa inquisizione delle masse indignate. Quelli che sputano in faccia a Marco sono i suoi cloni. I radicali il giorno della fiducia non hanno scelto l'Aventino. Sono entrati in aula, alla Camera, perché credono nel valore della democrazia. Sono andati e hanno votato contro Berlusconi. Non sono d'accordo con lui. Non condividono le sue scelte di governo. Fanno opposizione come si fa in tutti i Parlamenti del mondo. Non hanno bisogno di demonizzare l'avversario per fare politica.
Tutto questo, però, agli indignati e a quelli come la Bindi non basta. Ma loro non capiranno mai uno come Pannella. Marco non si accontenta di far cadere un governo perché manca il numero legale. Le sue battaglie non hanno bisogno di finzioni. Pannella ha combattuto sempre viso a viso, con le parole, denunciando i ladri di verità, con lunghi monologhi circolari, pieni di incisi e parabole, accalorate o arruffate, lucide o metafisiche, con la fame e la sete, spogliandosi quando serviva di qualsiasi dignità, ma sempre rispettando l'altro da sé.
Ha combattuto la Chiesa senza mai bestemmiarla. Ha combattuto i ladri senza la forca. Ha combattuto i regimi assassini senza violenza. Ha visto quello che gli altri fingevano di non vedere, e lo ha denunciato quando quelli che oggi si indignano in piazza si spartivano favori e poteri. Pannella per dire no a Berlusconi non ha bisogno di andare in bagno. Eppure tutta questa gente continuava a urlargli «venduto»,«vai a prenderti il bonifico », «sono ottant'anni che campi con la politica». È vero. Pannella campa di politica. Senza politica forse sarebbe già morto. Ma non ha mai avuto bisogno di farsi una banca.
Non hai visto nessuno indignato per gli sputi in faccia a Pannella.
Non hai sentito scrittori illuminati, giornalisti incazzati, comici vestiti da Savonarola, profeti savianeschi, opinionisti stizzosi, intellettuali stanchi, futuristi apocalittici, teatranti in occupazione, neppure uno straccio di generazione Trenta-Quarantenni. Niente. Dove cacchio siete? Non scandalizzatevi allora se tutto quello che resta di una giornata da indignati è lo sfregio nero dei black bloc. L'immagine di questa «stagione civile» sono gli sputi sul volto a un signore di ottant'anni che in vita sua non ha mai odiato nessuno.

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