The Dark Side of the SmartPhone

La Rete che supporta tutti i servizi dei BlackBerry è andata giù per 3 giorni consecutivi, causando il panico tra i milioni di utenti del famoso smartphone, che, a causa di questo blocco, rischia seriamente di perdere le ultime fette di mercato che gli garantivano la sopravvivenza.
Da possessore di smartphone da quasi 3 anni, devo ammettere che questo tipo di cellulari crea dipendenza e stimola una sensazione di onnipotenza che svanisce appena ci si scollega dalla rete. Essere sempre ON line è utile e divertente, ma il rischio di diventarne schiavi è appena dietro l'angolo. Bye, Rex

Cosa abbiamo imparato dai tre giorni di down del BlackBerry? (Valerio Mariani per LaStampa.it)
... Questa è la dark side della rivoluzione tecnologica. Quella che ci sta cambiando la vita, in bene e anche in male, però. Quella che, quando non c’è WiFi un iPad serve solo da vassoio per il caffé, quella che quando un servizio di mappe non ti dà una strada arrivi in ritardo a un appuntamento di lavoro. Quella che, se non funziona la posta, rischi di perdere un’opportunità di lavoro...
Già, cosa abbiamo imparato? Che dopo tre giorni il BlackBerry risorge e Steve Jobs no. L’incipit sarcastico-blasfemo è il sunto di quanto letto e sentito in questi che possono essere considerati i tre giorni neri degli smartphone.

Oggi, che finalmente ci siamo svegliati con il servizio funzionante, tiriamo le somme del vortice di pensieri che ci ha, volontariamente o meno, attanagliato in questi giorni. Oggi, che il servizio è ripreso, Rim ha una grande opportunità per rilanciare il suo brand, per esempio raccogliendo sui social le testimonianze dei suoi utenti.

Primo giorno. Le prime 24 ore di down del servizio sono passate velocemente, può capitare, è già capitato, che sarà mai un giorno senza posta mobile. Anzi, abbiamo un’ottima scusa per dire al capo che non possiamo leggere le mail, siamo in giro a onorare appuntamenti presi in precedenza.

Secondo giorno. L’ansia sale: non è solo la posta che non funziona. Oddio che tempo fa fuori, come mi vesto, non so se il Governo è caduto, non posso fare il checkin su Forsquare, mi daranno per disperso, perderò tutte le mayorship, Facebook, Twitter, i feed, le mappe, il BBM, neanche l’ora è corretta! Iniziamo a essere preoccupati, ma non disperiamo, la fede nell’oggetto nero stretto tra le mani che rimane muto a ogni occhiata è tanta. La lucina non si accende, mai, la passione non si spegne, ancora per quanto?

Terzo giorno. Siamo ufficialmente nel panico. Si dà il caso che qui a Milano ci sia lo Iab Forum, una sorta di stati generali dell’Internet italico. I BlackBerry impazzano, muti e silenziosi, poco più che soprammobili, oggetto di schermo da parte di ignari e felici possessori di iPhone che, al massimo, patiscono il down della batteria e del WiFi della fiera di Milano.

Qualcuno sbircia sul terminale del vicino mentre parla Arianna Huffington: “ma questo legge le mail, vuoi vedere che è ripreso?”. No, non è ripreso. Anzi, stacchiamo la ricezione dati perché la batteria, e la giacca, si stanno bruciando. Qualcun altro chiede: “scusi ho visto che lei ha un BlackBerry, riceve le mail?”. No, niente, avvertiamo diffusi sensi di panico.

Questa è la dark side della rivoluzione tecnologica. Quella che ci sta cambiando la vita, in bene e anche in male, però. Quella che, quando non c’è WiFi un iPad serve solo da vassoio per il caffé, quella che quando un servizio di mappe non ti dà una strada arrivi in ritardo a un appuntamento di lavoro. Quella che, se non funziona la posta, rischi di perdere un’opportunità di lavoro.

Cosa abbiamo imparato da tre giorni di down del servizio BlackBerry? Che la voce conta, e non va mai in down, che gli occhi contano, di un amico, di un figlio, di un compagno o una compagna, che, se fuori è bello, è meglio spegnere tutto e andare a fare un giro con la famiglia, liberi da questa schiavitù ma felici di essere ancora al centro delle cose che contano.

Post più popolari