Fine del Cazzeggio in Pubblico

Le dimissioni dell'On. Salvini (che ha cercato di salvare la faccia dicendo che ha "optato" per Bruxelles) sono l'ultimo esempio della fine di ogni possibilità di commettere errori in pubblico.

Tralasciando il commento sulla notizia specifica, si può sicuramente affermare che quando si diventa personaggi pubblici, la necessità di contenere certe esternazioni diventa un obbligo inderogabile, pena lo sputtanamento immediato e difficili retromarce, stile arrampicata sugli specchi. Gianluca Nicoletti (Radio24) è un attento osservatore dell'evoluzione della Società, suo l'intervento che potete leggere di seguito! Bye, Rex


Guardarsi dal fuoco amico dei telefonini...
Gianluca Nicoletti per "La Stampa"

Matteo Salvini non ha valutato quanto possa essere letale il fuoco amico. Nel suo caso le armi che si è visto puntare contro non erano caricate a pallottole di crudo piombo, ma a luminosi megapixell. Doveva saperlo Salvini che anche ogni leghista porta al fianco un videofonino, ed è sempre pronto a estrarlo come una colt. Il senatore poteva guardarsi meglio attorno, se proprio voleva lasciarsi andare con gli amici all' irresistibile inno dei napoletani sporchi e puzzoni.

Pochi secondi di video hanno così pesato sul suo collo come la lama di una ghigliottina, ma a chi deve quel favore il Salvini ora dimesso? Forse a quel suo compagno di fede con il fazzolettone verde al collo e la paglietta in testa? Lo si vede chiaramente alla sua desta con un telefonino acceso in mano, un lampo di luce si riflette sul bicchierone di birra che lui brandeggia.

Forse non ha girato proprio il video pubblicato, ma qualche prezioso istante di quel rito nordista se lo sarà pur portato a casa. Una preziosa reliquia digitale di un evento così importante? Ma anche lui avrà diritto di dire agli amici "io c'ero!".

Se invece fosse stata quella bella ragazza mora, dai capelli lunghi e lisci, elegante e abbronzatissima? Anche lei girava attorno ai coristi con un display acceso muovendosi da consumata operatrice. Oltre loro, però quanti altri avranno avuto le loro protesi elettroniche brandite contro il senatore in piena bisboccia etilica? Sicuramente tanti e sicuramente sotto gli occhi di tutti, tra loro qualcuno quella notte, una volta tornato a casa, non avrà resistito alla tentazione di mettere in rete il proprio reportage casalingo.

Lo avrà fatto con malizia? Forse un regolamento di conti in famiglia? No, è più facile che sia stato solo e unicamente un umanissimo momento di debolezza, un' irresistibile tentazione di fronte alla possibilità di rendere "epico" un istante di sregolatezzza di cui si è stati testimoni.

Quando si è in comitiva capita di far "ragazzate", ma niente più è privato e può restar segreto, si deve mettere in conto che in queste occasioni c'è sempre qualcuno che filma e mette in rete. Salvini dovrebbe saperlo che non esiste più un luogo che possa essere considerato "riservato", soprattutto quando si è nel raggio di azione di uno di quegli oggetti così comuni, ma così veloci a sparpagilare ovunque tutto quello che ascoltano e guardano.

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