Il Social Forum Scricchiola

Mi sono iscritto a Facebook 6 mesi fa con molto scetticismo e tanti pregiudizi. Mi sono ricreduto? Parzialmente si, ma ho ancora molti dubbi sul futuro di questo strumento di comunicazione dal quale mi sembra traspaiano segnali di stanchezza.

Dice giustamente Bill Gates:
«Se non stiamo attenti, le tecnologie possono trasformarsi in una perdita di tempo».
Personalmente ho cercato di sfruttarlo per risentire amici quasi dimenticati, per fare da cassa di risonanza a questo blog, per manifestare le mie idee politiche, per segnalare musica e film degni di nota, ma quello che ho dovuto constatare è che l'unico scopo per cui esiste e prospera è il "cazzeggio generalizzato". Tutto ciò è demoralizzante... forse sarà meglio cercare altre sponde per comunicare. Bye, Rex

FUGA DA FACEBOOK – BILL GATES SCAPPA DAL SOCIAL NETWORK PIÙ FAMOSO: “MI SONO RESO CONTO CHE SI TRATTAVA DI UN’ENORME PERDITA DI TEMPO” - IL FONDATORE DI MICROSOFT CAPOFILA DI “QUELLI CHE RINUNCIANO” PER LA SINDROME DEI “TROPPI AMICI”…

Germano Antonucci per il "Corriere della Sera"

Diecimila richieste di amicizia. Troppe, anche per uno che ha trascorso gran parte della sua vita davanti allo schermo di un computer. E che grazie alle nuove tecnologie ha accumulato una enorme fortuna. Ma a tutto c'è un limite e così, alla fine, Bill Gates ha deciso di dire basta a Facebook. Il fondatore della Microsoft ha chiuso il proprio profilo sul popolarissimo social network.

Il motivo? «Mi sono reso conto che si trattava di un'enorme perdita di tempo» ha spiegato. La lista di contatti «in attesa di approvazione» era diventata troppo lunga: impossibile distinguere i veri amici dagli sconosciuti, dai semplici fan o dagli scocciatori. Tutti lì a chiedere di entrare nella ristretta cerchia di contatti di Bill. «Era diventato ingestibile, alla fine ho dovuto rinunciare» ha ammesso Gates. Un clic sul tasto «disattiva account» e la sua pagina personale - che a quanto pare contava poco più di cento amici ­ è sparita dalla Rete.

«La rivoluzione informatica è stata di enorme beneficio» ha spiegato Gates a Nuova Delhi, dove si trovava per ricevere il premio 'Indira Gandhi for Peace Disarmament and Development' assegnato alla sua fondazione umanitaria, la 'Bill and Melinda Gates Foundation' (la cui pagina su Facebook resta comunque attiva). «Ma se non stiamo attenti - ha aggiunto subito dopo - le tecnologie possono trasformarsi in una perdita di tempo».

Altro che semplificare la vita: tra amicizie, gruppi, foto da taggare, video da linkare, eventi a cui partecipare e messaggi in bacheca il rischio è quello di trascorrere un mucchio di ore davanti alla tastiera del pc. Un lusso che nemmeno un tipo come Gates può permettersi.

Il popolo del 'Sesto Continente' ha perso dunque uno dei suoi cittadini più illustri. Ma quella di Bill Gates non è una scelta isolata. Facebook continua a crescere a ritmo impressionante, tanto che a metà luglio ha superato i 250 milioni di utenti: un successo che al momento non conosce crisi. Eppure non mancano gli iscritti che, stanchi o delusi, hanno deciso di abbandonare il social network, o promettono di farlo presto. Su Internet si moltiplicano i gruppi degli scontenti: da 'Goodbye Facebook' a 'quelli stufi di Facebook'.

E se in ogni caso i vip che utilizzano i social network per mantenere i contatti con i fan sono sempre più numerosi (la coppia Demi Moore- Ashton Kutcher è attivissima su Twitter), non mancano altri esempi celebri tra quelli che si sono 'pentiti'. Tanto per fare qualche nome di casa nostra, a metà aprile era stata Daria Bignardi ad annunciare sul proprio blog la decisione di abbandonare Facebook. «Non sono fatta per amare a metà - aveva scritto la conduttrice - o tutto o niente, la vita impone già abba­stanza compromessi. Ma con 4.959 amici e 7.096 in attesa di essere accettati, capite che mi sta venendo l'angoscia?».

Fatte le debite proporzioni, anche lei era alle prese con lo stesso problema di Bill. Niccolò Ammaniti ha deciso di 'suicidarsi' da Facebook, come si dice in gergo, dopo soli due mesi di permanenza: «È anche uno strumento interessante - aveva spiegato tempo fa - ma per uno come me che vive di fronte al computer alla fine si rivelava una distrazione enorme». Un altro che ha abbandonato Facebook è la iena Paolo Kessisoglu: «Non mi ha preso - ha raccontato - perché è un mezzo che assicura la quantità e non la qualità».


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