Emotività, pessima consigliera per giudici e politici

Le cose non vanno proprio per il verso giusto, abbiamo dei romeni sbattuti in galera per il vergognoso episodio della Caffarella che si sono rivelati innocenti dopo una gogna mediatica (chissà cosa gli hanno fatto in prigione, ma lo posso immaginare) senza precedenti.

Di contro, a Capodanno si è sollevato un putiferio (forse ricorderete una mia mail precedente all’argomento) per uno stupro che invece non c’è stato.

La fretta è una pessima consigliera, una saggia regola che vale per tutti: inquirenti, giudici e politici. Mai muoversi o deliberare sull’onda dell’emozione del momento, purtroppo in Italia ci si muove solo per arginare un'emergenza e le figuracce sono sempre dietro l'angolo. Bye, Rex (da sempre garantista)

P.S.: sapevate che il nero Lubumba, accusato di avere ucciso la famosa (povera) Meredith, dopo essere stato 14 giorni in carcere per un’accusa infamante e ingiusta e aver dovuto chiudere il suo locale, fallito perché non ci andava più nessuno, ha ricevuto ben 8mila euri di risarcimento? Dov’è la giustizia??

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Umbria.php?id=3.0.3114282644

IL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLO STUPRO DI CAPODANNO - non era uno stupro ma ha fatto fare un decreto antistupri - l’accusa è di lesioni: stupro inventato dalla ragazza - Caffarella: dopo aver messo in galera due innocenti, confessano altri due romeni...

1 - Caffarella: dopo aver sbattuto in galera due innocenti, confessano altri due romeni

La Stampa.it - Hanno confessato tutto davanti al gip Guglielmo Muntoni e al pm Vincenzo Barba, i due romeni arrestati venerdì scorso con l'accusa di essere i due stupratori della Caffarella. Ionut Alexandru, 18 anni, e Oltean Gavrilia, 27 anni, hanno ammesso di avere violentato una ragazzina nel parco romano il 14 febbraio scorso tutto nel corso dell'interrogatorio di garanzia avvenuto oggi a Regina Coeli.

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia Alexandru e Gavrilia hanno affermato di non conoscere Alexandru Izstoika Loyos e Karol Racz, ovvero i due romeni arrestati in un primo momneto con l'accusa di essere gli stupratori della ragazzina di 14 anni e ora detenuti per altri motivi. «L'esame del dna esclude in modo categorico e indiscusso alcun rinvenimento di profilo genetico di Karol Racz», afferma l'avvocato Lorenzo La Marca, difensore del romeno.

2 - IL PASTIcCIACCIO BRUTTO DELLO STUPRO DI CAPODANNO
Filippo Facci per Il Giornale

RIEPILO DEL PEZZO DI FACCI (by Dagospia, per chi non lo volesse leggere tutto, cosa che invece vi consiglio di fare):

- non era uno stupro

- ha fatto fare, pur non essendo stato uno stupro, un decreto antistupri

- l'accusa è di lesioni. Lo stupro è stato inventato dalla ragazza che non sapeva come giustificare il suo ricovero al San Camillo con la famiglia. Oltretutto la ragazza è stata fermata per droga (cocaina) qualche sera fa.

- se il 22enne non si fosse costituito, non avremmo mai saputo la verità: nessuna prova del Dna l'avrebbe incriminato perché non c'è stato nessun rapporto sessuale in senso stretto.

- si erano appartati perché lei doveva fargli un pompino.

- le hanno trovato addosso dna di sperma maschile, ma apparteneva a un altro con cui aveva scopato prima.

- qualcuno ricorda le uscite apocalittiche contro il 22enne da parte di Alemanno, Carfagna, Berlusconi, mezzo mondo compreso?

Quel Davide Franceschini che il 29 dicembre si scaraventò davanti alle telecamere di Studio Aperto non era un 22enne come tanti, ma come
tantissimi: «Nel 2009 c'è da divertirsi» disse prima di spiegare che «luci strobo e musica techno» era tutto ciò che gli serviva. Che poi è quello che
gli servirono la sera del 31 al festival internazionale «Amore 09», insomma al festone della Fiera di Roma: migliaia di giovani, alcol e droga come
neanche a Capodanno.

Lui era di Fiumicino ed era già fattissimo, perché si usa così. Lei invece aveva 25 anni ed era di Genzano, zona Castelli, pure lei fattissima: i suoi amici non avranno difficoltà ad ammetterlo. Ma non c'è bisogno di raccontare proprio tutto, tantomeno il nome di lei o altri fatti perfettamente suoi: c'è da dire però il necessario affinché questa brutta storia prosegua.

Cioè che lei, per esempio, alle 4 e mezzo era ubriaca persa e ballava in mezzo a un gruppetto di ebeti che le si strusciava addosso, le tirava su i vestiti: tanto che un amico dovette intervenire per difenderla; e sarebbero fatti suoi, nondimeno, che lei in un momento imprecisato abbia anche avuto un rapporto sessuale con qualcuno che non fu, però, Davide Franceschini, ossia il ragazzo accusato d'averla stuprata: l'ennesima prova del Dna infatti non lascerà dubbi, quelle tracce sessuali appartengono ad altri.

Mentre Davide, quel ragazzo con la felpa bianca e i capelli cortissimi, ovviamente strafatto, lo conobbe più tardi. Gli amici ricordano che verso le 5 del mattino i due si scambiavano effusioni senza problemi, ed erano quasi teneri mentre mano nella mano, alle 5 e 15, si dirigevano stravolti e barcollanti verso i bagni chimici dove ogni cosa accadde.

Quanto avvenuto, di qui in poi, è sospeso tra la confusione di lei e il racconto di lui: che però verrà ritenuto credibile non solo dai giudici, ma anche dalla difesa della ragazza. Tralasciando per quanto possibile i dettagli, successe questo: in bagno
c'erano andati solo per una rapida fellatio da ascriversi al delirio di quella notte, ma lui, strafatto, non funzionava.

Prese l'iniziativa, usò una mano, e qui è difficile entrare nell'ottica convulsa e alterata di chi è sovralimentato dalla cocaina: sta di fatto che a un certo punto lei gli disse che non era buono manco con la mano, e cominciò a sfotterlo, sinché lui perse la testa e ogni confine fu superato ufficialmente, droga o non droga. Lui le fece violenza, sempre con la mano, le diede anche due pugni in volto.

E lei, poco più tardi, invocava aiuto e aveva delle macchie di sangue sul vestito. Disse che era stata violentata da più persone in mezzo alla pista, e uno di loro aveva una felpa bianca. Parve impossibile. Seguirà un'altra versione: un tizio con la felpa bianca l'aveva scaraventata in bagno e violentata. «La ragazza aveva ricordi confusi», dovrà annotare il giudice, una donna, «in quanto aveva bevuto e aveva assunto sostanze stupefacenti».

Quello con la felpa bianca, intanto, quella notte era stato identificato mentre tornava a Fiumicino dopo aver già percorso 15 chilometri a piedi: ai poliziotti aveva ammesso solo d'aver sbaciucchiato una ragazza dei Castelli. Ci sarà una perquisizione a casa sua, e la felpa bianca verrà acquisita come fonte di prova. E ora andrebbe spiegato il contesto familiare di questo 22enne: che nessuno, beninteso, qui vuole compatire.

Ultimo nato in una famiglia dove il fratello ha 20 anni più di lui, e dove tutti lavorano al forno di famiglia, la madre cominciò a pressarlo: che è successo, che hai fatto? Forse non era più chiaro neanche a lui: anche perché giorni dopo, quando lo chiamarono in questura per un confronto, la ragazza lo vide ma pressato dalla madre, e su consiglio del suo avvocato, Davide decise di costituirsi.

Non l'avrebbero mai beccato, se non l'avesse fatto: nessuna prova del Dna avrebbe potuto riscontrare un rapporto sessuale mai avvenuto. Il fornaio 22enne, incensurato e balbettante di vergogna, impressionò anche il capo della Mobile, Vittorio Rizzi, che si premurò che potesse ottenere i domiciliari perché sennò s'impiccava, disse. Li ottenne.

Il gip, alla luce dei riscontri raccolti, scriverà che «Le dichiarazioni della ragazza contengono almeno tre diverse ricostruzioni dei fatti incompatibili fra loro, sono smentite dalle altre fonti di prova, non sono riscontrate neanche dalla natura delle lesioni subite che invece ben si spiegano alla luce del racconto offerto dall'indagato».

Lesioni, brutto reato: sta di fatto che nessuno, nel clima montante, col governo che si apprestava a varare un decreto antistupri derivante proprio da quel caso, nessuno, insomma, tantomeno i magistrati, si sognò di derubricare l'accusa di stupro in quella di lesioni. Eppure il pubblico ministero che ottenne i domiciliari per Davide Franceschini, per dire, è lo stesso Vincenzo Barba accusato di accanimento contro i due romeni del parco della Caffarella.

E il gip che aveva acconsentito ai domiciliari, Marina Finiti, era nota per le dure condanne inflitte agli stupratori di una studentessa del Lesotho e a un giovane pirata della strada che per la prima volta nella storia giudiziaria italiana era stato incriminato per omicidio volontario anziché colposo: dovranno avvedersene anche gli ispettori ministeriali.

Persino il legale della ragazza, Fabrizio Federici, lo ripeté più volte: «Gli arresti domiciliari a Franceschini sono ineccepibili». Mentre Pierangelo Maurizio, giornalista e consigliere del Fnsi, nel visionare le prime carte del caso Franceschini si chiedeva se la categoria non avesse niente da dire. A torto o a ragione, il clima era ormai quello che era: «Se non fanno giustizia come si deve, io giustizia me la farò da sola» mandava a dire la vittima mentre il padre era ancora più categorico: «Il ragazzo deve pensare a che cosa gli può succedere: io lo aspetto, non c'è problema».

Approvato il decreto antistupri, Davide Franceschini tornava poi in carcere negli stessi giorni in cui la ragazza veniva fermata per possesso di cocaina. E veniva nuovamente ri-liberato, Franceschini, nell'attesa di giudizio che riguarda un reato non migliore né peggiore di quello che semplicemente è: «Non c'è stato uno stupro per come comunemente s'intende, ma una violenza grave per la quale il ragazzo pagherà pesantemente», ha detto il suo avvocato Francesco Bergamini. Ma non è tempo di sottigliezze. Non è uno dei romeni di Guidonia, ma resta difficile che Davide Franceschini, da stupratore, divenga il lesionatore di Capodanno.

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