Onora il Padre, la Madre e il Cinema


Nuovo consiglio per una serata in compagnia di un buon film! Oggi andiamo dalle parti del NOIR di qualità, una storia ad incastro che non confonde lo spettatore, ma lo accompagna inesorabilmente verso una catastrofe annunciata che spezza il fiato e che lascia una forte amarezza. La “civiltà” moderna è talmente misera e priva di valori da infrangere il peccato più peccato degli altri citato nel titolo, anche se preferisco di gran lunga il titolo originale: Before the Devil Knows you're Dead.

Un film onesto girato da un regista d’altri tempi, non a caso ve lo segnalo dopo l’ultimo film di Clint. Buona visione, Rex

Onora il padre e la madre

[Before the Devil Knows you're Dead, USA, 2007, , durata 123'] Regia di Sidney Lumet
Con Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Marisa Tomei, Albert Finney, Rosemary Harris

di Giona A. Nazzaro (www.filmtv.it)

Alfiere di una certa idea classica che il cinema americano sembra ritenere non più necessaria, Sidney Lumet realizza un film esemplare. Che arricchisce il suo segmento urbano, duro, sporco, alla Serpico

Sidney Lumet appartiene alla generazione di cineasti statunitensi il cui lavoro si è interfacciato con l’affermarsi della televisione. Registi del calibro di John Frankenheimer, Robert Mulligan, Arthur Penn e Robert Altman sono stati suoi compagni di viaggio. Dotato di un talento robusto e duttile, caratterizzato da una forte motivazione etica, in grado di trarre performance esemplari dai suoi interpreti, Lumet è l’alfiere di una certa idea di qualità classica che il cinema americano sembra ritenere non più necessaria.

Onora il padre e la madre è il cinema di Lumet al suo meglio. Siamo dalle parti di Il principe della città, Terzo grado, Daniel, Il verdetto e Prove apparenti. Ossia il Lumet urbano, sporco, duro esemplificato da Quel pomeriggio di un giorno da cani e Serpico. Onora il padre e la madre, che osa un incipit di quelli che castigano i ritardatari e inchiodano alla poltrona tutti gli altri, concentrato sulle prestazioni degli attori con una lucidità davvero magistrale, tale da chiarire a tutti il significato di inquadratura e montaggio, mette in scena il tema più caro al cinema lumetiano: il crollo dei valori e le responsabilità etiche dell’individuo. Il tutto messo in scena attraverso il prisma delle relazioni famigliari.

Il noir secondo Lumet è osservare come il singolo affronti o meno ciò che gli accade intorno. Accettando il gioco degli altri oppure cercando di opporre una resistenza. Sovente dannandosi. Tentando di fare la differenza. Questioni di scelta, insomma. Nel corso della sua lunga carriera a Lumet non sempre è riuscito l’equilibrio di questi elementi. Onora il padre e la madre, invece, è esemplare: livido e implacabile l’incastrarsi dei piani temporali del racconto; matematico il frammentarsi dei punti di vista; crudele la relativizzazione della colpa e l’incapacità di gestire il precipitare degli errori. Sidney Lumet dirige un film implacabile. Non spreca un’inquadratura. Onora il padre e la madre è un’opera spettrale e politica come evidenzia l’agghiacciante gestione del rapporto tra corpi e ambienti. Lumet filma il mondo dopo la catastrofe. Noi siamo gli unici a non sapere che siamo morti da un pezzo.

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