Tanto pè cantà...


Un congresso di partito o un'Adorazione del Re Sòla? Guardando certe foto e leggendo tra le righe di discorsi e retroscena, si propenderebbe per la seconda ipotesi. A questo punto non ci resta che attendere l'ascesa dell'erede Gianfranco, l'unico che ha dato qualche segnale di vita e di buonsenso in una platea anestetizzata da un gigantesco conflitto di interessi (il loro!). Bye, Rex

Jena per "La Stampa" - Non avrai altro io all'infuori di me.

LA VERSIONE DI PIZZI... (il fotografo di Dagospia, fonte di questo post)

E' terminato finalmente il turbolento weekend di paura in quel posto infernale che e' la Fiera di Roma. Gia all'arrivo si veniva incolonnati lungo strade sopraelevate tanto da sembrare gli automi del film "Farenheit 451". Per non parlare del modo in cui gli operatori dell'informazione venivano trattati. Ho finalmente capito il vero senso del termine "embedded": si era praticamente incapsulati in recinti bestiame, coi fotografi appollaiati su un pericolosissimo palco come pappagalli sui trespoli.

Potevamo soltanto fotografare la persona che saliva al palco, cioe' Silvio for ever; impossibile arrivare al parterre che era senza dubbio più interessante.

Ma alcuni fotografi erano più uguali degli altri: quelli del "Secolo", del "Giornale" e del settimanale "Chi". Ma la cosa che piu' mi ha sconvolto (anche se chi come me è nato sotto Mussolini non dovrebbe sconvolgersi piu' di tanto), era il clima in cui sono trascorsi questi giorni.

Il popolo del PdL praticamente stregato da Berlusconi, si leggeva con religioso silenzio una specie di breviario con scrittura stile Gotico. E il Cavaliere che durante il suo intervento finale ha chiesto di leggerlo assieme a lui, stile Messa Solenne in San Pietro.

E la folla plaudente con tutte le gnocche in platea che guardavano estasiate al Messia con le boccucce posizionate a culo di gallina.

Ora mi è chiaro cosa si intende per risultati bulgari: non solo non vi era qualcuno che dicesse la propria idea, con la sola eccezione di Gianfranco Fini, subito oscurato da Re Silvio che, salito sul palco ha baciato Gianfry e ha detto: "poi dicono che non ci vogliamo bene", ricevendo la solita ovazione dalla sua platea.

In platea si aggiravano affaristi che cercavano di farsi spazio nella galassia berlusconiana, o un famoso imprenditore dello spettacolo che organizzava avvenimenti per la camorra.

Certamente non affronto il discorso politico, non sono in grado di farlo, ma sul piano sociologico mi sento molto preoccupato. Possibile che una cosi grande massa di persone si lasci trascinare in una deriva antidemocratica per il solo gusto della spettacolarita?
Ai posteri l'ardua sentenza. (Umberto Pizzi)

Post più popolari