Testamento Biologico Sequestrato

La nuova legge sul Testamento Biologico è in dirittura di arrivo. Se sarà formalizzata l'attuale versione, non resta che puntare diretti e senza esitazioni al Referendum! E stavolta sono convinto che saranno vani gli appelli all'astensionismo per non superare il fatidico quorum del 50%: gli Italiani sceglieranno di difendere il loro Diritto di scelta. Bye, Rex

Sequestro di persona

• da La Repubblica del 26 marzo 2009, pag. 1 di Adriano Sofri

Duemila anni fa, a Roma, un capo che vedeva in grande si rammaricò che il genere umano non avesse una testa sola, per poterla mozzare di netto con un colpo solo. Ieri, a Roma, il Senato ha decretato un colossale sequestro di persona: 60 milioni di corpi in un solo colpo. E´ così vendicato l´oltraggio sacrilego della morte di una donna dopo soli diciassette anni di persistenza vegetativa, e riscritto il vocabolario italiano, dove pretendeva che una sonda infilata in gola o nella pancia di una persona fosse un trattamento terapeutico, una cura, e non un´ordinaria colazione. Vasta la maggioranza che ha realizzato l´impresa, ben più della stessa ingente maggioranza uscita dalle urne scorse, così da corrispondere, alla rovescia, alla vastissima maggioranza di cittadini italiani che dissente dal nuovo decreto, quando non ne è atterrita o scandalizzata. Quando se ne completasse il cammino, gli italiani, dal Presidente della Repubblica all´ultimo povero Cristo, finirebbero espropriati della libertà di disporre del proprio corpo, cioè di sé: e con gli italiani chiunque si trovasse ad agonizzare in Italia per qualche circostanza di passaggio. Era il paese della dolcezza del vivere, non è nemmeno un buon paese per morire. Certo, resta la Corte Costituzionale, finché dura. Resta il referendum: ma ai referendum le Curie hanno escogitato da tempo l´espediente - furbizia con cui soppiantare intelligenza - che lo sventi. Se non si riesca a impedirne l´attuazione, si promuoverà l´astensione: il quorum proibitivo lavora per noi. Furbizia è ormai la risorsa metodica. Fino a poco fa le Curie dicevano no a qualunque legge sul fine vita. Assediate dall´iniziativa laica e dalla pressione popolare, decisero bruscamente di accettare che la legge fosse fatta: a loro immagine, un´antilegge. L´altroieri il cardinal Bagnasco ha chiesto che ci si sbrigasse a farla. Vedete dunque che non è vero che questa Chiesa non creda all´evoluzione. Ma non è ai cardinali e ai vescovi che si devono muovere obiezioni di parole e di coscienze. La legge è l´opera di una classe politica molto votata, e del sostegno di un´altra parte meno votata.

Quello che succederà d´ora in poi somiglierà a quello che succedeva finora. Che pazienti, famigliari, medici e infermieri faranno quando e come potranno il loro officio pietoso, mutati solennemente in fuorilegge. Finché un´altra donna, un altro uomo deciderà di sfidare pubblicamente l´usurpazione della legge, in nome della propria libertà e della Costituzione italiana, e l´Italia assisterà di nuovo col fiato sospeso a una coraggiosa agonia da una parte, e alle mene affannate delle autorità riunite dall´altra. L´Italia sta imparando dolorosamente a maneggiare in pubblico questioni di vita e di morte finora confinate, e anche protette, nelle corsie di ospedale e nelle stanze da letto di case dalle tende tirate.

Non sarà la stessa Italia, non lo è già. Cartelli esposti in pronti soccorsi e ambulatori, in tante lingue, dicono: "Noi non vi denunciamo". Tante lingue, due Italie, due cartelli opposti. Anche nel maneggiare ottimismo e trepidazione, sanità e malattia. A Bologna, un medico ha sfidato i candidati sindaco a esibire il loro certificato di sana e robusta costituzione fisica. Il presidente del consiglio è, buon per lui, ottimista e in forma, e tratta le malattie come allegre metafore. Ma le metafore tratte dalla malattia, e dalla biologia, sono brutte e pericolose. Se vuole prendersela con l´America, faccia pure; ancora meglio se volesse prendersela un po´ con la Russia del suo amicone. Ma se dice: «Il virus americano», non va bene. C´è un odore di caccia all´untore, e anche di peggio. Se vuole prendersela con la magistratura, libero di farlo, salve obiezioni. Ma se dice che «la magistratura - o una sua parte - è una metastasi», offende imperdonabilmente una professione importante e coloro che la professano, e offende ancora più imperdonabilmente chi è ammalato di cancro e sa nel proprio corpo che cos´è una metastasi. Una sciagura, ma la sua, la mia, la vostra sciagura. Con la quale mi misuro io, ti misuri tu, si misura ciascuno a suo modo, espellendolo da sé e combattendolo come un nemico, sentendolo come una parte di sé, ignorandolo, vincendolo, morendone. Si prendano altrove le metafore, e anche le magistrature, e le Americhe. Si lascino i virus e le metastasi a chi sa, per sé o per i propri, di che cosa si tratti. La politica professionale non è granché, anzi spesso - per esempio oggi - è abbastanza disgustosa, ma non è «un cancro», «un virus», «una metastasi». E tanto meno l´Aids: il cui abuso metaforico e barzellettiere surclassa tutte le altre porcherie analoghe, peste contemporanea per chi ne parla senza esserne affetto, senza pensare di poterne essere affetto, senza pensare a chi ne è affetto, senza immaginare ogni volta che apre bocca di esserne affetto. Come si dovrebbe. Ora e nell´ora della nostra morte, amen.

Una legge punitiva

da Europa del 26 marzo 2009, pag. 1 di

Maria Antonietta Farina Coscioni

Preceduta da una campagna di insinuazioni e affermazioni volgari contro Beppino Englaro, "colpevole" di lottare perché Eluana fosse libera, si sta approvando una legge punitiva. Una legge che non tiene conto della volontà del paziente ed espropria il diritto costituzionalmente garantito, di non essere sottoposti ad accanimento terapeutico se non lo vogliamo. Ancora una volta la differenza è tra chi vuole assicurare diritti e facoltà; e chi vuole imporre obblighi e doveri. Confortata dagli univoci risultati di tutti i sondaggi demoscopici, credo che si debba rilanciare la sfida all`offensiva oscurantista e medievale, e fare tesoro del patrimonio e dell’insegnamento che ci hanno lasciato Luca Coscioni e Piergiorgio Welby. Dunque la lotta deve continuare, e anzi, va moltiplicato l`impegno perché la legge sul testamento biologico e il fine vita voluta dall`attuale maggioranza sia sostituita da una normativa che rispetti e garantisca la volontà del malato e del cittadino. E chiedo che si disponga un indagine parlamentare sul fenomeno dell’eutanasia "sommersa" e di massa: fenomeno di cui tutti sanno, e che si vuole ignorare. Chi ha un minimo di pratica e conoscenza del mondo medico, sa quanto ci si interroghi sulla legittimità e la moralità di alcuni interventi di accanimento terapeutico, quando senza speranza di guarigione, si dilatano a dismisura, e magari a prezzo di atroci sofferenze, i tempi delle agonie. Un grande filosofo purtroppo scomparso, Hans G. Gadamer, sosteneva che «si ha questo diritto perché si è uomini liberi, e perché lo scopo della terapia medica presuppone la persona: presuppone quindi che si abbia a che fare con un uomo il cui volere deve esser rispettato. In questo senso non mi sembra affatto difficile rispondere alla domanda. Nella prassi diviene però molto più difficile poiché il morite, l`agonia stessa, è un lento paralizzarsi della libera possibilità di decidere in cui l’uomo vive come uomo consapevole e sano». Mi piace ricordare le parole con cui il sinodo della Chiesa evangelica, nel 1998, chiuse i suoi lavori: «Il medico che si rende disponibile all`eutanasia non commette un crimine, non viola alcuna legge divina, compie un gesto umano, di profondo rispetto, a difesa di quella vita che ha un nome e una storia di relazioni». Mi sembrano parole di grande misericordia e comprensione. Quella misericordia e quella comprensione che tante, troppe volte, si è smarrita.

Post più popolari