Eternal Sunshine of a Great Movie

Buongiorno Amici, in questo triste giorno, vi voglio lo stesso consigliare un film da vedere e, se possibile, da rivedere per capire meglio i suoi incastri e la sua originalità.

Un perfetto film sulle inevitabili imperfezioni dell’Amore; come scritto in una recensione USA, Joel (il protagonista), affrontando le sue memorie, arriva ad apprezzare la fragile gloria di ogni momento condiviso con Clementine.
Watching ''Eternal Sunshine'' you don't just watch a love story -- you fall in love with what love really is.
Non a caso il film ha avuto:
DUE CANDIDATURE AGLI OSCAR 2005: MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (KATE WINSLET, vincitrice dell’oscar 2009), MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE (CHARLIE KAUFMAN, MICHEL GONDRY, PIERRE BISMUTH)

E ha vinto: OSCAR 2005 MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE.

Vi saluto con un velo di sconforto e di speranza, sarei felice se qualcuno dopo averlo visto mi dicesse cosa ne pensa e come interpreta il finale. Bye, Rex

Se mi lasci ti cancello
Scriveva Alexander Pope nel XVIII secolo: «Dimentica del mondo, dal mondo è dimenticata. Infinita letizia della mente candida [ovvero l’Eternal Sunshine of the Spotless Mind del titolo originale]. Ogni preghiera è accolta, ogni desiderio è abbandonato». Joel crede, se non nella felicità, almeno nella pace che l’oblio, indotto da una fantascientifica operazione, può dargli dal dolore di una storia d’amore finita.

Ma quando i ricordi iniziano a franare, letteralmente, gli uni sugli altri, prende a lottare contro il collasso psichico per conservare almeno qualcosa di quell’amore che aveva maledetto. Potenza del sentimento o istintuale resistenza al trauma?? E il finale apre lo spiraglio per una reazione più matura, o non è niente più di una coazione a ripetere? Profondamente malinconico e a tratti esilarante, Se mi lasci ti cancello conferma il talento visionario di Gondry, già geniale autore di videoclip per artisti come Björk, Daft Punk, Massive Attack (N.d.Rex: e scusate se è poco…!).
Un film sulla leggerezza della vita intesa come inconsistenza. E un uomo, in corsa con la sua memoria, che cerca di liberarsi dei ricordi e di un amore
Come sempre in un film sceneggiato da Charlie Kaufman, all’inizio sembra di stare dentro un giochino che mostra subito i suoi limiti e le sue velleità intellettualistiche. Come sempre, però, è bene aspettare (come sarebbe bene recuperare con un po’ di calma Il ladro di orchidee, sbagliato ma affatto interessante).

Perché Eternal Sunshine of the Spotless Mind (splendido titolo, dai versi di Alexander Pope; il rifiuto a citarlo con quello italiano è assoluto) non è per nulla quello che appare. Sì, la storia è quella di un uomo, Joel, che, disperato per amore, decide di affidarsi a un’agenzia che cancella i ricordi, e che ovviamente si ritrova in una “nuova” vita in cui è arduo distinguere realtà, finzione, frammenti di passato e incubi. Il meccanismo appare chiaro, come d’altronde le intenzioni. Ma il film diretto da uno dei geni contemporanei del videoclip, che fa cento passi avanti rispetto al mediocre esordio Human Nature, dimostra un valore non prevedibile, che riguarda la persona: è un film sulla leggerezza della vita, intesa come mancanza di peso, di sostanza, inconsistenza. Di fronte a Joel, sta tutta la sua esistenza; di fronte a Joel, sta tutta la sua evanescenza. Il meccanismo dell’eliminazione della memoria serve a identificare una personalità e nel contempo un mondo. Che è di solitudine, di impalpabilità delle cose e delle esperienze. Se a Joel viene raschiata via la vita passata, non gli viene però negata la progressiva consapevolezza della propria illusorietà. Joel si ritrova davanti ad un’esistenza fatta di niente, costruita sulla transitorietà fallace, sulla trasparenza. E l’esistenza è la sua. La corsa di Joel contro la stessa memoria di sé trova infine un ostacolo insormontabile. Non si vuole rivelare più del necessario, ma è Mary che rilancia la storia e il film, con un gesto che è idea di sceneggiatura fulminante, e nel contempo durissimo colpo a una possibilità di soluzione. Eternal Sunshine of the Spotless Mind è destinato così a non trovare riposo. E quell’eterna luce di una mente immacolata (ma spotless significa anche, letteralmente, “senza luogo”) è come il candore di una cella imbottita. Tristezza inaudita.
(recensioni: www.filmtv.it)

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