La Crisi Globale e i Magnàger Italiani

Dunque… la situazione è questa: il Pianeta è in crisi globale, con recessione economica e disoccupazione dilagante. Tutte le imprese chiedono sacrifici importanti ai loro dipendenti, riducendo stipendi, posti di lavoro e orari per tagliare i costi, ma i Grandi Capi (i Magnàger!) se ne fregano e continuano ad intascare immeritati compensi milionari, visti i risultati negativi. Qualcosa non mi torna, Rex


E VAI COL ’MAGNAGER’! - Da SEAT A BENETTON a GENERALI, Dirigenti con stipendi record mentre frana l’utile aziendale – Il bonus di Guarguaglini cresciuto del 50%, stipendio di 5,5 milioni contro i 4,2 del 2007

Vittorio Malagutti per "l'espresso"

Certo, da noi nessuno è sceso in piazza, com'è successo in Francia e in Inghilterra, per mettere alla gogna i supermanager. E non c'è neppure il rischio di una rivolta popolare simile a quella che negli Stati Uniti ha costretto il presidente Barack Obama a prendere posizione contro i premi milionari ai dirigenti dell'AIG, il gigante delle assicurazioni salvato dal crack con i soldi pubblici.

In Italia il falò delle vanità si è fin qui consumato a suon di annunci. Con l'aria che tira è meglio abbandonare gli eccessi del passato. E allora, una dopo l'altra, le corporation nostrane hanno fatto pubblica professione di austerità. Incentivi e bonus? Annullati. Le stock option? Azzerate dal crollo delle Borse. Solo promesse, finora. Buone intenzioni attese alla prova dei fatti.

E proprio in questi giorni, mentre le società quotate in Borsa rendono pubbliche le retribuzioni dei manager di vertice, si scopre che non sempre i compensi si sono adeguati ai risultati aziendali.

Il caso limite è quello di Luca Majocchi, amministratore delegato dimissionario di Seat Pagine Gialle, premiato con 7,9 milioni di compensi mentre la sua azienda rischia il crac. Ma a ben guardare Majocchi non è solo. Nel 2008 gli utili di Atlantia, la società controllata dai Benetton che gestisce gran parte delle autostrade italiane, sono aumentati solo dell'1 per cento.

Lo stipendio dell'amministratore delegato Giovanni Castellucci invece continua a correre. Grazie a un maxi bonus da 4,7 milioni, l'anno scorso Castellucci ha guadagnato 5,7 milioni al lordo delle tasse. Quasi il 70 per cento in più del 2007. In totale, bilanci alla mano, Atlantia ha versato nel 2008 ai suoi amministratori 7,4 milioni, contro i 5 milioni dell'esercizio precedente.

Viaggiano controcorrente anche gli stipendi dei top manager di Mediaset. Mentre l'utile delle tv berlusconiane cala quasi del 10 per cento, i compensi assegnati agli amministratori fanno segnare una crescita del 6 per cento circa. Busta paga più pesante, quindi, per il presidente Fedele Confalonieri, che sale a 3,5 milioni dai 3,3 milioni del 2007, e anche per il consigliere delegato Giuliano Adreani: più 27 per cento, a quota 3 milioni.

Restano da verificare gli effetti della bufera finanziaria sui compensi dei più importanti banchieri italiani. L'Unicredit di Alessandro Profumo al 7 di aprile non aveva ancora depositato il bilancio, mentre Intesa guidata da Corrado Passera ha fin qui reso noti solo dati parziali, senza l'indicazione di eventuali bonus. Si sa già, però, che lo stipendio del presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, è cresciuto da 814 a 865 mila euro nonostante il calo dei profitti (meno 25 per cento) dell'istituto senese.

Anche le Generali vedono scendere i risultati di gruppo di oltre il 70 per cento. Risultato: la retribuzione complessiva dell'ottuagenario presidente Antoine Bernheim cala del 30 per cento, a 3,2 milioni. Tra i manager di punta della compagnia triestina c'è però qualcuno che brinda comunque a un aumento record. Si chiama Claude Tendil ed è il numero uno di Generali France. L'anno scorso il suo compenso è triplicato: da uno a tre milioni.

Giuseppe Mussari

Non può certo lamentarsi neppure il gran capo di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini. E non solo perchè l'azienda a controllo statale ha appena chiuso un bilancio con utili in aumento di quasi il 20 per cento. Il bonus di Guarguaglini, infatti, è cresciuto del 50 per cento, a 3,9 milioni, proiettando il suo stipendio a quota 5,5 milioni, contro i 4,2 del 2007. Anno da incorniciare anche per Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel. I compensi versati alla pattuglia di amministratori e alti dirigenti sono calati di quasi il 3 per cento sul 2007. Fa eccezione Conti, che nel 2008 ha visto aumentare il suo stipendio: da 3,1 a 3,2 milioni.

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