Marco Pannella ha fatto 80

Ringrazio Furio Colombo che con il suo articolo di oggi mi da la possibilità di fare, con due giorni di ritardo, gli Auguri (anche se non li gradisce) al Grande Vecchio della Politica Italiana. Auguri Marco, grazie per tutto quello che hai fatto e che farai. Rinaldo
«Pannella, il digiuno degli auguri» (di Furio Colombo, da Il Fatto Quotidiano del 4 maggio 2010)
...un uomo che nella vita ha avuto tutto, vittorie e sconfitte, grandi idee e fallimenti, Neue Linke e Tibet, obiezioni di coscienza, fame nel mondo, divorzio, immigrati, carceri, amici che durano tutta la vita, ex amici che si scostano con rispetto, ex ex amici talmente cambiati che sembrano incarnazioni di alieni nei vecchi film di fantascienza
Come si fanno gli auguri a Marco Pannella che il 2 maggio ha compiuto ottant’anni nel silenzio educato della stampa e delle tv italiane, che pure hanno ferrei calendari aggiornati per celebrare (tanto che il più delle volte ti domandi: e questo chi è?) e tante colorate pagine "magazine" che devono essere il tormento dei redattori (e adesso, che è troppo presto per le creme solari e troppo tardi per "il ritorno dei Caraibi" che cosa ci metto?). Come si fanno gli auguri a un uomo che nella vita ha avuto tutto, vittorie e sconfitte, grandi idee e fallimenti, Neue Linke e Tibet, obiezioni di coscienza, fame nel mondo, divorzio, immigrati, carceri, amici che durano tutta la vita, ex amici che si scostano con rispetto, ex ex amici talmente cambiati che sembrano incarnazioni di alieni nei vecchi film di fantascienza?

Un primo modo per questi auguri e questo anniversario è il silenzio, come ci insegnano tanti bravi colleghi. Se eviti come un buon torero l’avvenimento, scansi due pericoli: di dispiacere a lui che, dicono in tanti, si offende facilmente; di dispiacere ai suoi nemici, che sono tanti, anzi non sai mai chi sono e cosa esattamente li irrita del caleidoscopio di Pannella. Li irrita probabilmente quella fabbrica di fatti nuovi che non chiude mai, che continua a disegnare, un po’ febbrile, un po’ allegra, un po’ prepotente, un
po’ generosa, un po’ scaltra, un po’ sognatrice, cose non ancora accadute. Li irrita probabilmente la memoria implacabile del dove, del quando, del chi (compresa la ragione, l’ambientazione nel tempo, la data) di certi fatti accaduti e volentieri dimenticati, se non ci fosse sul luogo (il luogo di allora, il luogo di adesso) questo testimone ostinato che ha come carattere o marchio di fabbrica il non venire a patti e il non concedere tregua di memoria neanche a un caro amico

Certo, un altro modo sarebbe intervistarlo. Come sanno tutti, specialmente in televisione, il rischio è grande. Potrebbe parlarti inaspettatamente di quando stava per riuscire ad evitare la guerra in Iraq. Ingenuo, dicevano. Forse lo è stato perché non aveva calcolato altri aspetti della guerra, lui pensava che senza guerra la gente, soprattutto i civili, non muoiono. E aveva ottenuto dalla Lega Araba il "sì" a portarsi via, senza guerra, Saddam Hussein. Tutto bene e una storia diversa da scrivere, se non ci fosse stato il fido Gheddafi (fido per chi?) a cui è riuscito il colpo di far fallire tutto, un istante prima. Si sa che i distruttivi il più delle volte hanno la meglio. Meno chiara è la ragione, per l’Italia, di forgiare con la Libia di quel Gheddafi un’alleanza di ferro che comprende versamento di ingenti somme, integrazione militare, scambio di segreti in cambio della caccia senza regole agli immigrati. Qui Pannella potrebbe spiegare perché solo i Radicali (quelli eletti nel Pd) e pochi altri del Parlamento italiano si sono opposti al patto con la Libia. Lo vedete anche qui quanto è scomodo occuparsi di Pannella, persino se è il giorno (o il giorno dopo) il suo ottantesimo compleanno. E' capace di ricordarvi che per il patto d’acciaio con la Libia ha votato anche quasi tutto il Pd. E che il Pd - se Pannella non disturba troppo - si porterà nella tomba, in un giorno lontano, la ragione di quel si a Gheddafi, mentre Gheddafi dice (anche oggi, mentre scrivo) che "Israele è un granello di sabbia che il vento del Medio Oriente spazzerà via".

Ma ci sarebbe l’altro percorso, raccontare Pannella. Si va dai tempi di Altiero Spinelli e del primo sogno d’Europa al tempo di Pannunzio, Ernesto Rossi, e del "Mondo", la più anomala e creativa opposizione che ci sia stata in Italia fuori dalle grandi chiese. Si va dai diritti umani e civili, una battaglia che spesso viene dichiarata finita con alcune clamorose vittorie (aborto, divorzio, obiezione di coscienza, fame nel mondo) e invece continua e ricomincia adesso, in difesa dei Rom, degli immigrati, dei senza diritti, uno strano territorio che si estende a detenuti e ammalati e alla dignità degli uni e degli altri in ogni momento, anche in fine di vita. Ma raccontare Pannella è troppo lungo, gli eventi e le persone nati con lui sono tanti. E poi c’è il rischio della celebrazione che lui, sarcastico e ingrato, non perdona. Ecco perché molti stanno alla larga. A meno di essergli amici.

Post più popolari