Forza Niccolò!

"amici.....vi sto per scrivere quello che non avrei mai voluto scrivere.........questa notte una sepsi meningococcica fulminante ha portato via nostra figlia Olivia, Lulùbella per chi l'ha conosciuta e amata, il dolore devastante che mi attanaglia la gola è la conseguenza dell'esperienza più
...inaccetabile orrida ingiusta e innaturale che un essere umano può vivere... inutile dirvi che fino a quando non avrò trovato un modo per trasformare questo dolore e dare un senso costruttivo a questo incubo, il palcoscenico sarà l'ultimo posto in cui desidererò stare...so di poter contare sulla vostra sensiblità e sull'amore che mai come adesso è l'unico strumento che merita di essere suonato.....un abbraccio che contiene tutto..nicc"


MUORE LA FIGLIA, LO CHOC DI FABI SUL WEB (Marinella Venegoni per "la Stampa")
Si resta sorpresi che un dolore tanto privato, tanto insopportabile e ingiusto, di quelli che sfiancano l'anima, cerchi sfogo attraverso la rete.
Tanto più se a soffrire è un personaggio pubblico, un musicista, artista di buona fama come Niccolò Fabi, biondo riccioluto cantautore romano: che agendo forse d'istinto ha scelto Facebook per raccontare a tutti quelli che passano da lì l'orrenda esperienza che nel giro di due giorni gli ha consumato la vita:

«Amici... Vi sto per scrivere quello che non avrei mai voluto scrivere. Questa notte una sepsi meningococcica fulminante ha portato via nostra figlia Olivia, Lulùbella per chi l'ha conosciuta e amata. Il dolore devastante che mi attanaglia la gola è la conseguenza dell'esperienza più inaccettabile orrida ingiusta e innaturale che un essere umano può vivere».

Aveva due anni, Olivia. Chissà cos'avrebbe fatto ciascuno di noi, al posto suo. Chissà a quale chiodo avremmo appeso il nostro dolore. A Fabi, è venuta così. E' andato al computer e ha battuto una sorta di necrologio laico, scrivendo di getto quello che sentiva in una confessione che suonava come un necrologio privato, dai contorni neri sottintesi. Già migliaia di risposte gli hanno risposto sul suo profilo.

Forse, il cantautore voleva anche spiegare ai fans perché avrebbe interrotto il tour in corso, come andava annunciando da alcune ore il tam tam di Internet. E come, l'altro giorno, ha confermato un comunicato ufficiale: «A causa di sopraggiunti problemi familiari, i concerti di Niccolò Fabi previsti fino al 10 luglio sono annullati. Sono state annullate le seguenti date: il 5 luglio a Roma, Villa Ada; il 6 a Succivo (Napoli), l'8 a Nichelino (Torino), al Sound Fest, e il 10 a Porto San Giorgio (Fermo), al festival Jazz Di Marca».

La sua confessione così prosegue: «Inutile dirvi che fino a quando non avrò trovato un modo per trasformare questo dolore e dare un senso costruttivo a questo incubo, il palcoscenico sarà l'ultimo posto in cui desidererò stare... so di poter contare sulla vostra sensibilità e sull'amore che mai come adesso è l'unico strumento che merita di essere suonato... un abbraccio che contiene tutto».

Segue la firma, «Nicc», e l'indicazione di una sua canzone da ascoltare, dall'ultimo album «Solo un uomo» dell'anno scorso. «Attesa e inaspettata» parla della morte: «Attesa e inaspettata/Arriva la seconda vita/In quell'istante/In cui si taglia il velo/E sei dall'altra parte/Non sei preparato mai abbastanza/Ma sei pronto da sempre/La naturale conseguenza/Di essere nato».

Niccolò Fabi, laureato in archeologia, ha 42 anni e proviene da una famiglia di musicisti; è figlio del produttore musicale Claudio, ed ha una lontana parentela con Renzo Arbore (la cui sorella è sposata con suo zio). Musicalmente, appartiene alla generazione dell'ultima scuola romana, dei Silvestri, Gazzé, Zampaglione e Sinigallia.

Personaggio piuttosto introverso, è passato negli Anni Novanta anche da Sanremo, per poi dedicarsi a progetti di taglio decisamente più ambizioso. Una carriera che non ha ancora conosciuto una popolarità ampia, ma con risvolti di nicchia assai dedicati, e progetti che si sono fatti via via di più radicato interesse culturale.

Non è certo una consolazione, che una tragedia personale lo porti ora a un centro più generale dell'attenzione, anche per il modo in cui è stata diffusa; mentre la sua esperienza lo avvicina ad altri analoghi immani dolori di personaggi celebri del mondo della musica rock.

Eric Clapton perse nel 1991 il figlio suo e di Lory Del Santo, Conor, che aveva 5 anni, per un tremendo gesto di distrazione che lasciò incustodito il bambino, il quale morì cadendo dalla finestra del cinquantatreesimo piano di un grattacielo di New York: a Conor, il suo unico figlio maschio, Clapton dedicò poi una delle sue canzoni più famose, «Tears in Heaven», che anche eccezionalmente cantò.

Meno noto è un identico lutto privato di Robert Plant, già leader con Jimmy Page della formazione dei Led Zeppelin. Nel 1970, al culmine di un grande periodo creativo della leggendaria band, il suo bambino, Karac di 5 anni, morì in seguito ad un'infezione gastrica.

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