Quei Pericolosi Colleghi Clandestini

In passato era il sogno trasgressivo di molti, oggi è diventata una routine, del resto si passa molto più tempo con i colleghi che con i rispettivi partner. Occhio però, la rovinosa caduta dalle stelle alle stalle è dietro l'angolo. Vale davvero la pena di contaminare il proprio habitat professionale per una scappatella? Stalking e rappresaglie non sono poi così eccitanti! Buona lettura, Rex
Le relazioni pericolose tra scrivanie
Tra eros e rischio di licenziamento. Esplodono gli amori clandestini in ufficio
FABIO SINDICI per la Stampa
L’amore, durante l'orario d'ufficio, arriva di soppiatto: è uno sguardo nell'ascensore o nel corridoio; un sorriso di sostegno reciproco al più strampalato degli incontri motivazionali tra colleghi; uno struscio galeotto durante la fuga per il caffè. Si prova a cacciarlo. Ma si presenta di nuovo. Secondo gli esperti, non potrebbe essere altrimenti. «Intimacy», uno studio condotto da Andrew Kakabadse della Northampton Business School, ha rivelato che il 60% delle persone intervistate, in tutto il mondo, ha ammesso una relazione sentimentale - o semplicemente sessuale - nell'ambiente di lavoro. Altre ricerche sono più prudenti e abbassano a un quarto gli amanti clandestini sul totale del vasto popolo disseminato negli uffici del globo, che siano piccole aziende o immense corporations. Già, clandestini, perché le aziende, soprattutto le ramificate multinazionali, cercano di arginare come possono il fenomeno delle liaisons dangereuses dalle «nove alle cinque».

Fino all’ultimo «La relazione, più o meno erotica, che si crea tra due colleghi modifica sempre l'ambiente lavorativo - commenta Andrew Kakabadse -. La maggior parte mantiene la relazione segreta fino all'ultimo. Per le organizzazioni nelle quali queste persone lavorano, è diventata una questione sostanziale». E un problema. Per il popolo degli uffici, che passa sempre più tempo tra meeting e dietro un computer, è diventata l'unica occasione possibile per un incontro erotico. Lo slancio dei sensi da una scrivania all'altra è l'ultima trasgressione dell'universo post-industriale, dove gli uffici si assomigliano tutti, a New York come a Singapore. Così nascono blog dedicati alle confessioni amorose dei manager, che sul lavoro devono soffrire in silenzio le pene del cuore. «Il punto è che le storie d'amore non possono essere prescritte per regolamento. Per quante linee-guida in materia una compagnia possa emanare, non c'è nessun modo per calmare i feromoni di così tanta gente in un ambiente ristretto» ragiona sul blog «Out of mind», un manager di lungo corso nelle Risorse Umane.

L'aumento delle relazioni ha alzato anche il tasso di litigiosità e di risentimento. E i casi di stalking. Facendo scivolare molti uffici sull'orlo di crisi nervose. Dalle email di corteggiamento alle scenate, fino alle cause in tribunale per le attenzioni non richieste. Sono nati così i «love contracts», contratti che le multinazionali fanno firmare ai dirigenti come alle segretarie, per limitare i danni legali e gli psicodrammi aziendali. In Italia, dove i contratti dell'amore non hanno efficacia, gli amori indiscreti dietro le pareti di vetro degli uffici lasciano egualmente il segno. E provocano reazioni. Un intero settore di una società di servizi emiliana ha assunto un investigatore privato per spiare la relazione tra una bella manager rampante e uno dei più alti dirigenti dell'azienda. Quando hanno ottenuto le prove che tra i sospiri i due si accordavano per avanzamenti di carriera, i colleghi hanno preparato un dossier e lo hanno spedito all'amministratore delegato. Con un risultato: il blocco della carriera dei due amanti.

Esiste un paradiso per gli amanti dell'orario d'ufficio? La tentazione rischia piuttosto di farli precipitare nell'inferno degli impiegati. Con tanto di contrappasso. Come capita a Bella, personaggio dell'ultimo libro di Lucy Kellaway, «In Office hours» (Nell'orario di ufficio, Penguin), una segretaria che passa a studiare da manager grazie alla relazione stretta con il suo capo. Scoperta, prima viene messa a redigere i love contracts dell'azienda, e alla fine è costretta a dimettersi. Kellaway (che da anni scrive rubriche ironiche per il «Financial Times» sulle paranoie del «corporate world») trasporta, in questo romanzo, gli intrecci della letteratura rosa all'interno di una multinazionale di finzione, l'Atlantic Energy. Allo stesso tempo, ha usato le tecniche del giornalismo investigativo per raccontare luoghi, situazioni e ipocrisie. Un focus group di otto manager - quattro donne e quattro uomini - ha sottoposto il libro a una prova di fact-checking. Tutto verificato: dagli amplessi sul tetto ai baci rubati negli alberghi di lusso, dalle telecamere oscurate alle email imprudenti. L'unica concessione alla fantasia narrativa riguarda una sveltina sul tavolo delle riunioni del consiglio di amministrazione.

Dittatura benevola

«Flirtare sul lavoro è il paradiso, coinvolgersi seriamente è l'inferno» ha sentenziato l'autrice in un'intervista. Sarà vero. Ma sono sempre di più le coppie, aperte o clandestine, che chiedono alle aziende il rispetto della privacy. «Il mondo delle corporations è tutto meno che democratico, una dittatura benevola, piuttosto», spiega il giornalista americano Ethan Winning. Una dittatura che comincia a venire a patti con le pulsioni amorose dei suoi sudditi. Il primo passo è stato fatto da una grande azienda giapponese che ha riconosciuto come fonte di stress la fine di una relazione sentimentale sul posto di lavoro. E ha concesso ai cuori infranti - e documentati - una breve vacanza pagata per recuperare le energie.

Una donna in carriera La segretaria Melanie Griffith, ambiziosa ma ancora ingenua, riesce a fregare l’amante alla sua dispotica boss, Melanie Griffith. Oltre all’amore, corona il desiderio di carriera. La commedia di Mike Nichols, uscita nel 1988, cominciava a squarciare il velo su altarini e crisi erotiche nel mondo dell’alta finanza. Con lieto fine.

Rivelazioni Demi Moore e Michael Douglas (foto), sono colleghi in un’azienda di computer, ex amanti e rivali in carriera. Lei, diventata più potente di lui, vuole rinfocolare l’amore, e quando lui resiste, cerca di fargli causa per molestie. Regia di Barry Levinson (1994), da un romanzo di Chrichton. E’ la faccia amara e violenta dell’amore in azienda.

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