Abbasso San Valentino

... basta, Basta, BASTA con queste feste commerciali comandate, ripudiate San Valentino, la festa della Donna, Natale... insomma fate i regali ai vostri amati, amici, colleghi, ma non quando lo decidono gli altri (compleanno e anniveersari esclusi, ovviamente). Andate a cena fuori quando preferite, non quando i menu costano il doppio: Just Be Free and Love!!! Bye, Rex
La festa di S. Valentino, gogna degli innamorati (Gianluca Nicoletti per la Stampa)
La spinta commerciale ai gadgets amorosi e la leggerezza degli amori affidati all' eternità digitale

Uccidiamo la festa S. Valentino. Con la scusa della crisi diamo un taglio al più pernicioso attacco all’ amore, assieme all’ invenzione del chiaro di luna e alle rose vendute ai ristoranti. E’ venuto il momento che ogni innamorato, che viva la civilizzazione digitale, maturi l'abiura radicale verso questo culto.
La festa di S. Valentino, come oggi è comunicata, è una distorsione fuori tempo, un dictat insulso che vorrebbe gli innamorati trasformati in un'istituzione, una categoria dell’ umanità, un unicum iconografico circoscritto in un cuoricino pulsante. Chi si destreggia nel multitasking relazionale non può più tollerare lo zavorrare rituale della propria passione amorosa; un'esperienza sconvolgente e personalissima come l' innamoramento non può banalizzarsi in una consuetudine di massa, che ha nel 14 febbraio la sua apologetica celebrazione.

Non ce ne voglia il santo vescovo martire Valentino, di cui una reliquia riposa nel simulacro argenteo che a Terni testimonia le sue virtù eroiche. Egli forse storicamente potrebbe anche essersi guadagnato il diritto di aver morigerato sul modello cristiano quella godereccia tradizione pagana del dio Luperco.

Nel periodo corrispondente si celebrava nel mondo antico una specie di lotteria dell’ amore carnale, in nome della fertilità venivano estratti da un urna i nomi di alcuni fortunati ragazzi e ragazze che per un anno avrebbero avuto libertà di reciproca intima dazione. Fino a che nel 496 d.C. Papa Gelasio stabilì che la festa passasse sotto S.Valentino per diventare una cosina romantica tutta sguardi e sospiri.

La festa degli innamorati come oggi la conosciamo, fatta di cioccolatini e cotillons, deve il suo exploit commerciale all’ industria dolciaria di Perugia che, producendo praline alla nocciola dette Baci e farcite di bigliettini con frasi amorose, pensò di ridare lustro a quella tradizione con un robusto marketing sentimental cioccolatiere che avesse come slogan il patrono della contigua provincia di Terni.

In nome dell' amore diventiamo testimonial di una fortunata campagna commerciale, una redditizia invenzione che proprio in questi giorni copie 90 anni e festeggia l’ evento con un tour itinerante per le piazze italiane. Tutti gli innamorati saranno invitati a salire a bordo del camper dell’ amore, qui saranno fotografati mentre si baciano sullo sfondo stellato, tutti felicemente brandizzati come il noto cioccolatino argentato.

Chi oggi è capace di frammentare i suoi palpiti amorosi in leggerissimi pixel, che sfidano ogni limite di tempo e luogo, può ancora pensare a orpelli così stantii per regalare alla storia un suo amore che vorrebbe eterno, o per lo meno a lunga conservazione?

Sono state già troppe le costruzioni fittizie di geografie amorose, mappe tarocche del vincolo affettivo, superstiziosi artifici che vorrebbero segnare luoghi anonimi di fatali consacrazioni. Sono sempre state solo invenzioni pacchiane con la pretesa di rassicurare gli amanti del loro amore.

Si pensi all’ orribile set finto medievale ricostruito negli anni 60 in un androne di Verona, spacciato come il luogo dei colloqui fugaci che condussero alla morte Romeo e Giulietta. Ancora migliaia di turisti dell’ amore lo fotografano e ci si fotografano davanti, ci disegnano sotto cuoricini e iniziali con i pennarelli, di recente ci inchiavardano pure lucchetti.

Certo, sono gli stessi lucchetti figli del rito dell’ amore moccioso inventato da Federico Moccia. Lucchetti amorevoli, che da Ponte Milvio in poi, hanno legato l’ immaginario adolescenziale alla sciagurata convinzione che basti un arco in acciao inox per preservare cotte e amorazzi dalla loro naturale decomposizione.

Ancora riti propiziatori, affatturamenti indissolubili, luoghi magici. Tutto in vorticoso rimbalzo mediatico, tutto amplificato e moltiplicato da bacini bacini, corsette romantiche, capelli svolazzanti, candele fiammeggianti, violini tzigani, piani tariffari agevolati e cenette romantiche tutto compreso.

Chi può si goda il suo amore con discrezione, coltivi o diserti le passioni a seconda del suo estro, ma libero o impegnato che sia da vincoli amorosi, si tenga comunque fuori dal grande reality degli innamorati per obbligo di calendario, lo show spazzatura del discount amoroso che andrà in onda anche questo 14 febbraio.

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