Alitalia - Lehman Brothers: arditi parallelismi

Alla luce di quanto successo negli USA... la crisi Alitalia sembra un raffreddore in mezzo ad un'epidemia di peste. Facciamo tesoro delle esperienze altrui e speriamo di chiudere in fretta questa triste pagina (l'ennesima) di Economia all'Italiana... Bye, Rex



1 - SENZA ROTTURA DI SCATOLONI
Beppe Severgnini per il “Corriere della Sera”
- Crac Lehman, irritazione nella Compagnia Aerea Italiana (Cai). Perché quelli vengono licenziati, riempiono due scatoloni e se ne vanno senza far storie?

2 - UNA MAIL PER CACCIARE I 50 MILA IMPIEGATI - IL “BLACK SUNDAY” DEI DIPENDENTI DI NEW YORK…
Maurizio Molinari per “La Stampa”

Da domani l’ufficio sarà chiuso, potete andare adesso a prendere le vostre cose». Nel primo pomeriggio di domenica è una email a materializzare il Black Sunday di Wall Street sui cellulari degli almeno diecimila newyorkesi impiegati di Lehman Brothers (50 mila in totale). Da quel momento l’edificio di 32 piani al 745 della Settima Avenue, a due passi da Times Square, si trasforma nel palcoscenico del crollo: i dipendenti arrivano con indosso pantaloncini e magliette da weekend per uscire con scatoloni, insegne, piante, computer portatili, agende, zaini, cestini e faldoni sotto i potenti fari delle tv che trasmettono in diretta mentre decine di turisti si assiepano lungo i marciapiedi scattando foto all’esercito di neo-disoccupati per avere un souvenir del terremoto finanziario. Fra questi ci sono anche Harry e Jane, dell’Arizona, appena arrivati in crociera a Manhattan, confessando una certa emozione nell’assistere a fatti «per noi davvero rari», come se fossero al cinema.
Finiscono così le 48 ore che hanno terremotato Wall Street. Tutto inizia alle 6 del pomeriggio di venerdì quando i banchieri di Lehman Brothers, Merrill Lynch e Bank of America varcano in rapida successione la soglia della sede della Federal Reserve al 33 di Liberty Street, Downtown Manhattan, per apprendere dal ministro del Tesoro Henry Paulson che il governo non avrebbe aiutato a salvare Lehman Brothers come già fatto con Bear Stearn. Il motivo viene spiegato da Paulson con il «moral hazard» - il rischio morale - di un’operazione che trasformerebbe i soldi dei contribuenti nel salvagente di una banca troppo spericolata nella gestione dei mutui subprime. Sono i numeri a pesare. Per salvare Bean Stearn il Tesoro aiutò JP Morgan Chase a far fronte a un buco da 29 miliardi, in questo caso soccorrere Lehman significherebbe ripianare almeno 85 miliardi.
La scelta di Paulson è una doccia fredda per Dick Fuld che, senza mai uscire dal suo ufficio al 31° piano della sede sulla Settima Avenue, tenta in extremis prima la strada della londinese Barclays e poi quella di Bank of America proponendo di dividere Lehman in due: una «buona banca», che somma attività in profitto e conti in ordine, e una «cattiva banca», con una voragine di 85 miliardi di dollari frutto degli errori commessi speculando sui subprime. Sabato notte Fuld, al telefono nel suo ufficio passate le 24, confida ancora nella carta dello sdoppiamento della banca ma l’indomani mattina è tutto svanito. Da Londra Barclays fa sapere che i tempi sono troppo stretti per poter decidere una simile operazione mentre Kenneth Lewis, presidente di Bank of America, decide di giocare un’altra partita dicendosi pronto a versare i 50 miliardi di dollari necessari per salvare un’altra banca d’affari, Merrill Lynch, anch’essa travolta dai subprime.
A rendere drammatica la sconfitta per Fuld è il fatto che John Thain, capo di Merrill Lynch, salva la banca con una ricetta simile allo sdoppiamento perché i suoi 17 mila aggressivi brokers finiscono dentro Bank of America dando vita al nuovo gruppo di consulenti «Merrill Lynch Wealth Management».
L’epilogo della maratona finanziaria avviene domenica di primo mattino, l’appuntamento è sempre al 33 di Liberty Street. Non ci sono solo Lewis, Thain e gli uomini di Fuld. Arrivano tutti big della finanza newyorkese e uno dopo l’altro si mostrano ai fotografi appostati nell’afa come se si fossero appena alzati dal letto. Robert Wolf, capo-America dell’Ubc, ha una polo scolorita, Steve Black di JpMorgan in camicia senza cravatta, Peter Kraus di Merrill Lynch con la barba lunga, Vikram Pandit di Citigroup in giacca casual chiara.
Il salotto di Wall Street è al gran completo per fare da cornice al suggello di Lewis come l’uomo più potente del momento: è stato lui pochi mesi fa ad acquistare il colosso dei mutui Countrywide Financial, sempre lui ha condannato Fuld alla bancarotta e ancora lui salva adesso Merrill Lynch, con il non troppo tacito avallo tanto di Paulson che Ben Bernanke, presidente della Fed. La conclusione della riunione coincide con la fine dei 158 anni di storia di Lehman Brothers.
L’email destinata ai Blackberry dei dipendenti parte poco dopo. Fra i primi ad arrivare per il frettoloso trasloco c’è Mohamed Giremh che accusa Fuld di «aver distrutto Lehman Brothers». La maggior parte pensa già al dopo. Il crollo delle azioni ha azzerato i risparmi dei più e bisogna cercarsi un posto. «Dobbiamo trovare lavoro in un momento brutto per il mercato» spiega Guelra Frutn prima dell’ultima cena collettiva «pizza e birra» dentro il grattacielo da oggi in vendita.

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