Piano Fenice: Ali-Truffa??

Sono come San Tommaso... non è vero, ma a pensare male a volte non si fa peccato!
A imperitura memoria, staremo a vedere. Bye, Rex


L’IPER-VALUTAZIONE DI AIR ONE, LA LETTERA SEGRETA, MEDIO-RAGGIO E BRUXELLES: ALI-TRUFFA? tratto da Dagospia

Sono in molti a seguire con ansia la trattativa che inizia oggi al ministero del Lavoro dove il governo e il commissario Fantozzi dovranno affondare le mani nel piano Fenice per Alitalia.
Fuori del Palazzo c’è la lunga lista dei creditori che hanno concesso quattrini alla Compagnia, prima fra tutti l’americana General Electric che nel 2005 ha concesso un finanziamento di 377 milioni di euro con una garanzia ipotecaria su 28 aeromobili. Tra le banche che hanno tenuto in vita Alitalia c’è anche BancaIntesa di Corradino Passera che nel 2006 concesse un prestito di 97 milioni.

Il banchiere comasco artefice di una soluzione sulla quale ha iniziato a lavorare un anno fa non dà segni di stanchezza, ma certamente vorrebbe vedere insieme ai suoi collaboratori la fine della telenovela che lo ha impegnato in agosto. Durante una breve vacanza a Sabaudia Corradino è stato a stretto contatto con il suo staff, ma soprattutto con Carlo Toto, l’imprenditore marchigiano senza il quale – ha dichiarato nell’intervista al “Corriere della Sera” del 1° settembre – l’operazione non sarebbe stata possibile.

C’è chi di fronte a questa affermazione alza le sopracciglia e obietta che questa visione di AirOne sia troppo “sentimentale”, e che la valutazione degli asset conferiti da Toto alla nuova Alitalia sia esagerata. Gli esperti del settore ritengono infatti che nel momento in cui nel mondo sono saltate in aria 27 compagnie aeree, il mercato dei vettori sia inflazionato.

In pratica, se vuoi comprare un aereo te lo sbattono in faccia a poco prezzo; quindi le opzioni di Toto per i nuovi aeromobili hanno perso gran parte del loro valore.

Qualcuno usa un linguaggio ancora più duro e parla senza mezzi termini di Ali-Truffa, di una soluzione inadeguata che riduce Alitalia a una piccola compagnia di medio raggio (spazio occupato dalle compagnia low-cost) quando tutti sanno che i veri guadagni si realizzano sulle rotte intercontinentali.

Ieri Roberto Colaninno è volato a Bruxelles per incontrare Antonio Tajani, un uomo baciato dalla fortuna, che fino a pochi mesi fa sedeva al bar Ciampini di piazza San Lorenzo in Lucina, e adesso si trova a regolamentare i trasporti europei. Il manager della Piaggio non ha rilasciato alcuna dichiarazione ed è uscito dalla porta posteriore del Berlaymont, il palazzo dove ha sede il vertice degli eurocrati. Ma non può essergli sfuggita l’aria pesante che tira nei confronti del piano Fenice.

Le più grandi compagnie aeree d’Europa sono sul piede di guerra e preparano un fuoco di sbarramento micidiale a partire da British e Luftansa. L’ingresso di AirFrance dentro la nuova società è una scelta curiosa che molti interpretano come la volontà di tenere un piede dentro la partita italiana in attesa che l’Araba Fenice si dissolva nell’aria per raccoglierne le spoglie.

Il clima comunque è quello da ultima spiaggia con la cordata dei 16 furbetti della Magliana che secondo Bersani sono stati costretti a entrare in Ali-Truffa con la pistola alla tempia. In realtà i vari Benetton, Gavio, Ligresti e la confusa Marcegaglia, hanno chiesto garanzie per salvare il tesoretto che ha dato vita al “nocciolino” molle. E a questo punto sarebbe opportuno che Corradino Passera, il banchiere McKinsey, tirasse fuori la lettera di cui Dagospia ha avuto notizia. Si tratta di un documento assolutamente riservato che è stato scritto dallo Studio Erede di Milano, in cui sono contenute clausole di fortissima tutela per i 16 Capitani che vogliono salvare l’Alitalia e soprattutto il portafoglio.

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