Moralizzare la Politica: iniziamo dall'Anagrafe

Tanti opinionisti e studiosi parlano dei privilegi e delle malefatte de "La Casta", ma quanti avanzano proposte serie per arginare certi personaggi e dare la possibilità a noi, semplici elettori, di far salire sulle preziose sedie del potere chi è degno di cotanto onore??
Non gettiamo la spugna, non arrendiamoci, l'Italia può cambiare, in meglio, ma dobbiamo crederci e impegnarci, anche nel nostro piccolo. Bye, Rex


Una politica trasparente: anagrafe pubblica degli eletti

da L'Unità del 16 settembre 2008, pag. 27 di Antonella Casu (Segretaria Radicali Italiani)


I Radicali hanno, da sempre, posto la questione della pubblicità della vita istituzionale,

dell'einaudiano "conoscere per deliberare", come elemento fondante di una vera democrazia.

Nel 1976, appena entrati a Montecitorio, i quattro deputati radicali organizzarono delle trasmissioni “pirata” delle sedute d’aula facendo “viaggiare” - per la prima volta nella storia italiana - le voci dei parlamentari sulle onde di “Radio Radicale”. Tutto allora nacque da un’intuizione di Marco Pannella e l’iniziativa fece scalpore, scandalo. Non mancò chi si adoperò per impedire le trasmissioni, per fortuna senza riuscirci; e ora è del tutto normale sembra normale poter ascoltare integralmente le sedute della Camera e del Senato, o seguire congressi di partito o le più importanti manifestazioni politiche: il militante del PD può ascoltare integralmente quello che dicono i suoi dirigenti, e così l’elettore di Berlusconi o di Fini: ognuno può sapere, conoscere, giudicare.

Oggi chiediamo di istituire una vera e propria Anagrafe pubblica degli eletti: in internet l’operato di un milione di eletti e nominati, tra deputati, senatori, consiglieri e consulenti per poter conoscere scelte e comportamenti di tutti gli amministratori, inserendo un elemento che finora ha connotato solamente i Parlamenti delle grandi democrazie anglosassoni.

Quasi ogni anno siamo chiamati ad eleggere una volta deputati e senatori, un’altra volta chi mandare al Parlamento Europeo, un’altra volta ancora il Sindaco, il presidente della Regione o della Provincia, consiglieri circoscrizionali...

Ebbene: una volta che li abbiamo eletti, che cosa sappiamo di quello che fanno, che dicono, che propongono? Cosa sappiamo, davvero, di quello che viene deciso in un consiglio comunale, in un’assemblea regionale, in una commissione parlamentare di Montecitorio o Palazzo Madama? Eppure si tratta di decisioni che riguardano la nostra vita: la salute, le tasse, la scuola, le pensioni, l’assistenza, il lavoro...

A tutti i livelli istituzionali occorre garantire ai cittadini la possibilità di poter conoscere con facilità non soltanto l’attività svolta dai vari Enti, ma anche quei dati inerenti l’attività degli eletti, integrale e senza filtri, rendendo disponibili, di facile accesso e consultazione, atti e informazioni. Quante volte sono presenti e assenti. Come e se lavorano. Con quali metodi o espedienti. Se sono assenteisti o quante volte e come votano, in plenaria o nelle commissioni. Quante e quali “missioni”, fraudolentemente o no, si attribuiscono. Quali e quanti strumenti regolamentari usino: interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, prese di parola. E ancora: quali le loro situazioni patrimoniali, immobiliari, finanziarie, fiscali, societarie, i loro incarichi remunerati… Consentire la pubblicità delle discussioni affinché il cittadino abbia gli strumenti per una partecipazione attiva alla vita politica e democratica del Paese.

Oggi v’è la possibilità e quindi la necessità che questi dati siano davvero a disposizione di tutti. E sarà questo, finalmente, il vero strumento per riconoscere e premiare i migliori, i più capaci e onesti. Dopo tante denunce degli abusi e dei soprusi della “Casta”, proponiamo alla classe politica e all’intero paese una riforma in positivo, fondamentale per restituire legalità e reale democrazia al Paese e alle sue Istituzioni.

La moralizzazione della politica passa anche da riforme come questa. Se l’anagrafe degli eletti fosse già stata introdotta ad ogni livello istituzionale, così come chiediamo, probabilmente avremmo da tempo sanato alcune delle ferite inferte alla democrazia e evitato il diffondersi dell’illegalità ad ogni livello.

Esiste oggi la speranza che una grande mobilitazione popolare consenta al Paese di riprendere la sua capacità di iniziativa e di decisione, restituendo la politica ai delusi in un clima rinnovato che lasci sempre minori spazi alle clientele e ai politicanti corrotti e mafiosi.

Occorre dunque restituire al cittadino gli strumenti di controllo e di vigilanza, di conoscenza dell’operato dei suoi rappresentanti ad ogni livello, nazionale e locale. Noi radicali, da sempre siamo favorevoli al sistema uninominale “secco”, come nei paesi di tradizione anglosassone: due o tre partiti che si confrontano; e candidati che si contendono e si conquistano il consenso dell’elettore, per quello che sono e valgono, non perché una segreteria di partito li ha nominati. Si obietta: l’Italia è diversa. Hanno ragione. Nei paesi anglosassoni è “normale”, “ovvio”, che un eletto debba rispondere e dar conto del suo operato all’elettore; ed è “normale”, “ovvio” che l’elettore pretenda di controllare chi ha mandato nelle istituzioni a rappresentarlo. L’anagrafe degli eletti è appunto uno degli strumenti perché anche in Italia si raggiunga questa “normalità”.

La proposta che chiediamo di sostenere e fare propria, ha anche un valore politico generale: di fronte a ciò che accade nei “Palazzi”, una risposta può e deve venire dal Paese, con l’arma della democrazia. Il partito del “conoscere per deliberare” può assicurare, con l’aiuto e la collaborazione di ciascuno, questa speranza di alternativa e di cambiamento.

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