Disuguaglianze Italiane
Finalmente una classifica di livello mondiale dove riusciamo a stare al vertice! E non si dica che non ce la mettiamo tutta per eccellere. Solo che… a crescere è la disuguaglianza economica, in questo ci battono in pochi, leggere per credere. In particolare:
La povertà favorisce naturalmente l'esclusione, e pertanto la mobilità tra le classi sociali "è più bassa in Italia rispetto a paesi come l'Australia o
Dunque confermo la mia intenzione di emigrare in Danimarca. Bye, Rex
Ocse, l'Italia tra i peggiori per la disuguaglianza economica
Le differenze, dimostra un'indagine Coldiretti, emergono anche a tavola
Crescono infatti da un lato gli acquisti di prodotti a basso prezzo e dall'altro di alta qualità
di ROSARIA AMATO da Repubblica
ROMA - Negli ultimi anni in Italia si è pesantemente aggravato il divario tra ricchi e poveri. Secondo il rapporto dell'Ocse Growing Unequal?, che analizza la distribuzione del reddito e la povertà all'interno dei 30 Paesi che compongono l'organizzazione, l'Italia è infatti al sesto posto per il gap tra le classi sociali, dopo Messico, Turchia, Portogallo, Stati Uniti e Polonia.
La disuguaglianza economica è cresciuta del 33 per cento dalla metà degli anni Ottanta a oggi, contro una media Ocse del 12 per cento. Un dato sul quale hanno inciso pochissimo le recenti misure adottate a favore dei più poveri, che pure gli autori del Rapporto elogiano, sottolineando come solo tre Paesi Ocse, tra i quali appunto l'Italia, negli ultimi 10 anni abbiano varato misure per sostenere i redditi più bassi. Ma le misure non hanno inciso nel dato di fondo: "I ricchi hanno beneficiato maggiormente della crescita sociale rispetto ai poveri o alle classi medie".
La povertà favorisce naturalmente l'esclusione, e pertanto la mobilità tra le classi sociali "è più bassa in Italia rispetto a paesi come l'Australia o
In effetti dal rapporto Ocse emerge un generale aumento della disuguaglianza in tutti i Paesi del mondo. Il gap si è allargato, oltre che in Italia, anche in Canada e in Germania, mentre è diminuito in Messico, Grecia e Regno Unito. Ma in Italia i dati di riferimento sono notevolmente peggiori: "Il reddito medio del 10 per cento degli italiani più poveri è di circa 5000 dollari (l'equivalente di circa 3770 euro ndr), tenuto conto della parità del potere di acquisto, quindi sotto la media Ocse di 7000 dollari (l'equivalente di circa 5280 euro, ndr). Il reddito medio del 10 per cento più ricco è circa 55000 dollari (l'equivalente di circa 41500 euro, ndr), sopra la media Ocse".
In Italia si è registrato, rileva l'Ocse, una riduzione del tasso di povertà dei bambini, che tra la metà degli anni Novanta e il 2005 è diminuito dal 19 al 15 per cento. Solo nel Regno Unito si è avuto un calo di queste dimensioni, si legge nel rapporto: però un tasso di povertà infantile del 15 per cento "è ancora sopra il tasso medio Ocse del 12 per cento".
Le disuguaglianze di reddito e ricchezza si riflettono anche a tavola. Da un'indagine Coldiretti - Swg sui consumi alimentari emerge infatti che la crisi economica sta provocando una polarizzazione nei consumi alimentari e se da un lato cresce in numero di quanti sono costretti a ricercare prodotti a più basso prezzo, dall'altro si assiste ad un consolidamento della domanda di prodotti di alta qualità, tradizionalmente acquistati da fasce di cittadini a più alto reddito.
"La metà di coloro che hanno cambiato le proprie abitudini alimentari per effetto della crisi economica lo hanno fatto - sottolinea