La Crisi non tocca certi Manager

Vergogna. Punto. Rex.

RAZZA LADRONA – IL SALVATAGGIO DI AIG, COSTATO AI CONTRIBUENTI AMERICANI 85 MILIARDI DI DOLLARI, COMPRENDEVA UNA LIQUIDAZIONE DA 40 MLN $ ALL’AMMINISTRATORE DELEGATO SULLIVAN – “VERGOGNATEVI!”…

Ennio Caretto per il "Corriere della Sera"

A fine settembre, dopo avere ricevuto 85 miliardi di dollari dallo Stato nel più grande salvataggio di un'azienda sull'orlo della bancarotta, Aig premiò 70 manager con una vacanza in California a 1.600 dollari a notte. Il costo complessivo: 440 mila dollari, di cui quasi 7 mila per il campo di golf e oltre 23 mila per il salone di bellezza. «Si sono fatti fare pedicure, manicure, massaggi, capelli, trucco e il popolo americano ha pagato un conto esorbitante!» ha tuonato il deputato democratico Elijah Cummings, impugnando le ricevute dell' albergo. E rivolto agli ultimi due amministratori delegati di Aig, Martin Sullivan e Robert Willumstad, in audizione alla Camera, ha esclamato: «Vergognatevi!».

L'udienza sul salvataggio di Aig (il colosso delle assicurazioni main sponsor del Manchester United che proprio ieri sera ha ricevuto dalla Fed altri 38 miliardi di dollari) è stata una delle tante alla Camera sul crollo di Wall Street. Non ha portato al mea culpa di Sullivan e Willumstad, che anzi si sono dichiarati «vittime di uno tsunami finanziario»: la vacanza premio dei 70 manager, hanno ribattuto, venne programmata prima del crac e comunque era meritata. Ma l'udienza ha messo a fuoco gli eccessi dei big della finanza.

All'inizio del 2008, Sullivan, che aveva percepito circa 22 milioni di dollari in ciascuno dei tre anni precedenti, venne ammonito dai revisori dei conti che Aig stava andando in bancarotta, a causa soprattutto degli errori del direttore finanziario Joseph Cassano, un «mago» che dal 2000 aveva guadagnato 280 milioni di dollari. Sullivan tirò dritto e anzi si garantì anche un premio in contanti di 5 milioni di dollari e una liquidazione di 15 milioni, trasformando Cassano in un consulente da un milione di dollari al mese. Con le dimissioni, a giugno, Sullivan intascò circa 40 milioni.

Almeno il suo successore, Willumstad, che ha lasciato a fine settembre, ha rinunciato a una megaliquidazione di 22 milioni. Sullivan invece ha continuato ad avere un ufficio, la segretaria, l'auto fino a dicembre. Persino i suoceri sono stati garantiti, potendo continuare ad abitare in un club esclusivo della società. l capo della Commissione di controllo, Henry Waxman, protesta ora che l'ex boss Aig, un anglo-irlandese amante della buona tavola e del gin, era abituato a una vita principesca con la bella moglie Antoinette, l'aereo della società, l'appartamento di Manhattan, il conto spese e via di seguito.

In un certo senso, Sullivan, padre di tre figli, è stato travolto dalla «cultura del casinò» di Wall Street, come la chiama John McCain. Di famiglia operaia, Sullivan cominciò a lavorare a 17 anni a Londra, a 36 assunse la direzione della Aig in Europa e a 40 fu chiamato a New York dal suo predecessore, il mitico Maurice Greenberg, più tardi inquisito dalla Procura per falso in bilancio. Numero uno a soli 50 anni, inizialmente Sullivan fece piuttosto bene. Nel 2007 la crisi. E nell' arrogante logica elitaria di Wall Street, mentre la finanza americana crollava, Sullivan venne pagato di più.

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