La Scomunica di Busi

Sono anni che non guardo reality show e le reti generaliste. Però mi indigno lo stesso quando sento odore di censura. Tutti caduti dal pero, Busi ha fatto Busi e la RAI si è stupita di tanta volgarità e si è affrettata a scomunicarlo, in difesa del pubblico pudore. Ma per favore... dovremmo essere noi ad esiliare dal piccolo schermo certi elementi. Due approdimenti firmati Aldo Grasso e Gianluca Nicoletti, buona lettura! Rex

Aldo Grasso per Corriere della Sera

Quando si dice avere nerbo: Aldo Busi è stato radiato da tutte le trasmissioni Rai. La decisione è stata presa da Viale Mazzini dopo le escandescenze dello scrittore nella puntata di mercoledì sera: «Il direttore di Raidue, Massimo Liofredi, sentito il direttore generale della Rai Mauro Masi, ha ravvisato nel comportamento dello stesso palesi e gravi violazioni delle regole e delle disposizioni contrattuali». Busi non metterà più piede in Rai (gli restano sempre gli studi Mediaset).

Quello che doveva essere un reality nobilitato dalla cultura, si è concluso nel peggiore dei modi, all'insegna della più sfacciata ipocrisia. Busi ha trasceso, lanciando strali contro gli omofobi, il Papa e il governo. Ma si sapeva che Busi avrebbe «abusato»: è nella sua natura, nel suo stile, nei suoi libri.

Se colpa c'è, va ricercata in chi l'ha invitato: ovvio che un personaggio come Busi susciti curiosità, contribuisca alla risonanza mediatica e, quindi, al successo della trasmissione.

Alla partenza, intervistato da Aldo Cazzullo, aveva dichiarato le sue intenzioni: «Una clausola mi imponeva di non parlare in modo offensivo di politica e di religione. Ho preteso che venisse tolta. Altrimenti cosa dovrei dire tutto il giorno? Cip-cip?». Cip-cip: prima gli concedono la licenza d'uccidere e poi si strappano i capelli perché ha premuto il grilletto.

Basta rivedere la scena finale del suo abbandono per capire tante cose. Perché Busi ha deciso si andare via? Il corpo estraneo è stato espulso. Gli anticorpi della tv generalista (da un concorrente, famoso nel suo condominio, che si esprime solo in romanesco a Mara Venier, da Rossano Rubicondi al figlio adottivo di Renato Zero) lo hanno cacciato. Busi aveva esaurito le energie di sopportazione perché è duro stare tre settimane con persone che parlano un'altra lingua fingendo di parlare la tua.

Senza mai la possibilità di confrontarsi. Busi era l'unico che parlasse in italiano, gli altri, a cominciare dalla conduttrice (che si è inerpicata in una sublime distinzione tra forma e sostanza da «signora mia»), mettono insieme alla rinfusa vocaboli ed espressioni, articolano parole senza un minimo di costrutto, sono prigionieri delle frasi fatte e dei peggiori luoghi comuni (dove si annida il conformismo e l'insincerità). Per questo la Ventura continuava a ripetergli: «Rischi di non essere capito, hai capito?».

Su una sperduta isola del Nicaragua si è consumato il dramma dell'incomunicabilità e dell'ipocrisia, mentre la telecamere inquadrava una rifattona americana che non sa come ammazzare il tempo, se non divertendosi a collezionare mariti. Chi scegliere tra Aldo Busi e Ivana Trump?

La tv generalista non ha avuto dubbi e infatti, nel motivare il suo abbandono, Busi ha detto un cosa interessante: «Me ne vado perché non c'è più racconto». In tv il racconto è tutto, e a volte non bastano i format, non bastano gli autori, non bastano i conduttori. Ci vorrebbe anche un po' di creatività e di responsabilità. Busi poteva risparmiarsi un congedo così inopportuno, così inaccettabile. Ma ora Masi, Raidue, Magnolia, la Ventura evitino di impartirci lezioncine di morale.

2 - BUSI MARTIRE ANNUNCIATO (Gianluca Nicoletti per Stampa.it)

Aldo Busi ha finalmente ottenuto l'anatema che tanto ha cercato. Ora nel martirologio degli eretici potrà giganteggiare come vittima sacrificale per eccellenza, offuscando le ultime agiografie degli esclusi, dei reietti, degli azzittiti, epurati, dimezzati, ridotti.

È stato un colpo d'ala magistrale, ammesso che il suo scopo sia stato quello di trattare il fluido mediatico come la formaldeide che è usata per dare vita apparente alle salme. Altrimenti se avesse voluto veramente lanciare un messaggio dirompente, non avrebbe sferrato un attacco al vertice così carente di arguzia. Forse nemmeno aveva premeditato fino in fondo quelle parole su Ratzinger, al limite a Busi sarebbe bastato tenere il Papa fuori della sua arringa contro la Chiesa in nome della libera adozione per i gay, e forse se la sarebbe cavata con la solita pubblica abiura per chi oltraggia la religione, come un qualsiasi bestemmiatore da reality.

Avrebbe potuto così anche lui sedere nel divanetto dei reduci, accanto alla Lecciso e a qualche altro sopravvissuto di minor fama, quindi continuare ad esistere per il grande pubblico della tv generalista. In fondo questo accomunava lo scrittore con la ridda plebea di ex noti o sconosciuti, come tronisti, culturisti, subrettine e nonnette al silicone da cui aveva così decisamente preso le distanze prima di pronunciare il suo cosmico oltraggio.

Eppure lo sapeva Busi che, dopo aver mandato sull'isola della riesumazione dei morti di fama ogni residuo dello star system televisivo, l'intellettuale e scrittore ci stava anche bene per sparigliare il già visto, ma pure una salutare rinfrescatina al «servizio pubblico» in fase appannata. La parte che si aspettava, però Aldo Busi non l'ha tenuta nemmeno un istante, anzi ha capovolto completamente il suo ruolo e si è trasformato in un satiro coprolalico, infoiato fino allo spasimo di Simona Ventura.

Nessuno avrebbe protestato se avesse continuato a declamare i suoi poemi al pelo pubico della bionda signora, anzi il fatto che a trattare la Simo da oggetto sessuale fosse un gay dichiarato metteva pure a posto tutte le coscienze, era una farsa e quindi la virtù della sacerdotessa sui trampoli sarebbe comunque stata salva.

Alla quarta fatidica puntata però... Con due parole ha provocato uno scavallamento di ruolo irreversibile. Ha messo in mezzo il Papa in contesto così poco «da intellettuale» che ha provocato l'immediato e cocente sdegno corale da parte dei tanti politici di ogni segno che ieri hanno, grazie a Busi l'apostata, lenito la loro crisi d'astinenza da dichiarazione indignata.

All'unisono hanno richiesto la pena suprema. Sia scomunicato il reprobo che ha rotto l'idillio della tv profumata dall'arbre magique della par condicio. La Rai ha così preso al volo l'occasione di punirne uno per educarne cento. Ora Busi è esiliato da tutte le televisioni dell'Impero e vagherà «Esecrato, maledetto ed espulso», ma a differenza di Spinoza, solo fino alla prossima catartica ospitata riparatrice.

Fonte: Dagospia.com

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