L'informazione di Twitter
Il terremoto Twitter
Come lui tanti altri comuni cittadini e qualche professionista locale hanno raccontato (fotograficamente) attraverso Twitter il dramma di quella notte. I palazzi che crollavano, le macchine distrutte, i morti, i feriti.
Immagini ingenue, a volte mosse o sfocate, semplici documenti. Un modo diverso di fotografare il mondo. Come può fare solo chi le cose le vive e le subisce, chi è già li dove gli eventi accadono. I giornalisti, i fotoreporter “veri”, di solito arrivano dopo. Quando tutto è finito.
Lo stesso è successo in Iran, dopo la vittoria di Ahmadinejad, e con i terremoti che hanno colpito L’Aquila e Haiti.
Ormai l’interazione tra Internet e mobile dei nuovi media come Facebook, Flickr, Youtube, e soprattutto Twitter, sta cambiando radicalmente il modo di fare fotoinformazione.
Juan Antonio Giner - presidente dell’Innovation International Media Consulting Group di Londra - sul suo blog ha scritto che 24 ore dopo il terremoto che ha colpito il Cile, il New York Times pubblicava ancora solo notizie di seconda mano. “Meglio seguire i post di Twitter” - ha detto - “piuttosto che i burocrati del giornalismo”.
Ma questo lo hanno capito anche loro, i media tradizionali. Sempre più spesso, aprono una finestra su Twitter per informare i lettori in tempo reale, con foto e notizie di prima mano. E se spesso ci si concentra solo sull’aspetto testuale del flusso informativo, ora si apre un nuovo fronte: quello delle foto in diretta.
Fonte: blog.panorama.it