Dura Lex, Sed Lex

La vicenda della presentazione della lista del PDL nella provincia di Roma ha dei tratti comici, quasi grotteschi. Ci sono professionisti che vivono di politica e conoscono perfettamente le regole del gioco che disciplinano la contesa elettorale. Siamo di fronte all'incredibile, il primo partito (come percentuale di voti) che si riduce all'ultimo secondo per presentare la propria lista, vittima di lotte clandestine che ne hanno minato la credibilità anche di fronte al proprio elettorato. Non so come andrà a finire questa storia, certo che fanno anche ridere le accuse di scarsa democrazia ai Radicali, a poche ore di distanza dal termine dello sciopero della sete di Emma Bonino proprio per la difesa della legalità e della tutela dei diritti di tutte le formazioni politiche in tema di partecipazione alle competizioni elettorali. Addirittura ci si è rivolti al Capo dello Stato, dimostrando una volta di più l'ignoranza delle regole. Siamo ancora in uno stato di diritto, non in una monarchia assoluta: nessuno ha impedito la consegna delle liste al PDL, se non l'incompetenza e la superficialità dei loro indegni rappresentanti. Bye, Rex

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