Le Emozioni di Facebook

Gianluca Nicoletti è l'arguto ideatore di famose trasmissioni radiofoniche, potete sentirlo ogni giorno alle 10 su Radio 24 in Melog (ascolto consigliato per un'ora intelligente e divertente). In questo articolo si occupa degli effetti pericolosi di Facebook su noi utenti sprovveduti (si fa per dire... siamo maggiorenni e vaccinati!). A voi il giudizio finale, Rex

Non negateci la primavera di Facebook (Gianluca Nicoletti per La Stampa)

Un nuovo laboratorio per patologie da Internet è stato aperto alle Molinette di Torino, con particolare attenzione ai fanatici di Facebook. Premetto che io già un paio di mesi fa mi sono sottoposto come cavia a un analogo esperimento di recupero da cyber dipendenza tentato al Gemelli di Roma, allora fui giudicato sano, nonostante le mie frequentazioni estese della rete e quindi posso serenamente esprimere il mio parere. Pare che a motivare il nuovo presidio sia che Facebook allontani dalla realtà... E dove starebbe il male? Non vorrei che il social network sia stato ancora una volta aggiunto all’elenco delle attività da mettere all’indice, ma solo perché istigatrici del pericolosissimo piacere dell’evasione. La recente umanità già conobbe stimoli spesso indicati come nefasti per il nostro corretto equilibrio. Dai romanzi d’avventure, ai fumetti, alla tv, ai video games ecc.

Tutti supporti d’immaginario che, in varie epoche, si sono passati tra loro il testimone di nefasti istigatori a sollevarsi dal rigore quotidiano. Non ho dubbi sul fatto che lo sviluppo capillare di Facebook stia iniziando a cambiare notevolmente la percezione delle proprie relazioni. È vero che molti non hanno esperienza del mezzo per saper elaborare l’euforia da improvvisa espansione della propria emozionalità in rapporti multipli.
Indubbiamente Facebook appiccica addosso un numero di persone infinitamente superiore a quelle che abitualmente capita di conoscere e frequentare nella sola vita concreta. Lo scombussolamento nasce proprio da questo, ci si sente far parte di una rete emotiva che mai prima sarebbe stato possibile immaginare. Chi ci sta dentro bello intrippato lo negherebbe anche sotto tortura, ma vi assicuro che i fans di Facebook non cercano di affogarsi nella parte oscura della forza, ma altalenano tra tentazioni e reticenze, ubriacati dall’entusiasmo dei neofiti per la velocità con cui riescono ad allacciare contatti gratificanti.
Il vero problema, ammesso che sia da considerare un problema, è che forse oggi tanta gente è spinta dalla stessa voglia di fuga domestica, Facebook facilita il loro incontro. Facebook rivela semplicemente lo zoccolo duro dei dipendenti da passione fugace, non sono malati, ma sperimentatori di protesi emozionali. Per questo nelle case si vedono mogli e mariti che non si staccherebbero mai dal computer, per questo molti uffici pubblici sono stati costretti a contingentare i tempi di socializzazione informatica di impiegati e impiegate, che aspettano i dieci minuti di libera chat come fosse la ricreazione ai tempi della scuola. È innegabile che per taluni di loro questa singolare overdose di primavera artificiale possa avere spalancato altri buchi neri nella loro psiche già provata, ma ancora una volta non si cerchi il colpevole in Internet, l’uomo contemporaneo sempre più spesso cerca supporti per mantenere in vita le proprie emozioni, soprattutto quando la routine quotidiana sembra non avere più spazi a disposizione per contenerle.

Post più popolari