@ e & - le cravatte della grafica

Chi l'avrebbe mai detto, la chiocciolina è finita al museo! Bye, Rex

La chiocciolina scarabocchio dell'ingegnere esteta


A mettere in circolazione il simbolo @, come si sa, è stato un ingegnere americano, Ray Tomlinson, nel 1971, quando, dovendo varare gli indirizzi di posta elettronica, pensò bene di usare questo simbolo, presente nelle tastiere dei computer, proprio perché all’epoca assai poco utilizzato. Eppure @ non è altro che un’altra scrittura di &, ed indicano entrambe la medesima cosa: et e la e latine. La fusione delle due lettere è molto antica: la T è completamente sformata, come se il segno consistesse in una sola lettera E e in una T rovesciata. Jan Tschichold, uno dei maggiori teorici della tipografia, ha dedicato un intero saggio alla storia di &, e dunque di @; egli cita esempi presenti nei graffiti pompeiani e nella scrittura corsiva romana. Ma è solo nel Seicento che l’uso della & è diventato consueto, per trionfare in assoluto nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento. Poi di colpo questo segno grafico e tipografico declina.

La &, ha scritto Gerard Unger, uno dei più celebrati disegnatori di caratteri degli ultimi vent’anni, suggerisce l’idea di «una ditta rispettabile, un servizio affidabile». È solo in inglese che questa lettera composta, intreccio e anello al tempo stesso, ha acquisito un nome, come sapeva bene Tomlinson: ampersand, forma contratta di «and per se and». Purtroppo sovente la & e la @ vengono intese come cifre, mentre si tratta di un unico segno composto di due lettere. Provare a vederle una dentro l’altra è un buon esercizio visivo, ma non è agevole e neppure facile.

L’introduzione della &, e poi della @, deriva dalla necessità di abbreviare, vero demone dei nostri giorni: velocità e semplificazione. Lo scriba che ha utilizzato per primo la & calligrafica, di cui Tschichold dà vari esempi con svolazzi e segni, al posto della et non lo faceva solo per risparmiare, ma per ragioni estetiche, ovvero variare la propria attività faticosa e ripetitiva, compiere un gesto anche bizzarro, e insieme far gustare al lettore il piacere del capriccio, svolazzo e ghirigoro.

Unger paragona la & alla cravatta e sostiene che, se le convenzioni sociali obbligano a indossare austeri completi di giacca e calzoni in tinta unita, il tocco di fantasia spetta alla & quale cravatta. Un atto estetico, ma anche concettuale che si conserva nella @. Giusto dunque che entri al Moma, in mezzo ai grandi della grafica, lettera anonima che ci fa così personali nella comunicazione di tutti i giorni. Un modo di fare nodi alle lettere nel momento in cui ci scambiamo messaggi.

VIDEO
:
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=10&IDalbum=25163&tipo=VIDEO
Fonte: LaStampa.it

Post più popolari