In Carrozza...

Dal mio privilegiato punto di osservatore, in qualità di pendolare romano, confermo che i treni e metropolitane sono sempre più affollati (e invivibili), nonostante la chiusura delle scuole… Prevedo tempi grigi, se non neri, se non si decideranno ad investire urgentemente e massicciamente sul trasporto pubblico.

La soluzione dovrebbe contemplare: potenziamento delle linee (ci sono lunghi tratti ancora a binario unico), ammodernamento delle stazioni e soprattutto delle vetture (possibile che siano sempre in pessime condizioni e sporche), aumento della frequenza dei passaggi, parcheggi di scambio gratis (o quasi) controllati. Questa è civiltà, questo significa essere un paese al passo con i tempi, degno di far parte del G8. Per ora, prendiamo atto di essere assimilati ad animali trasportati su carri bestiame. Bye, Rex


IL RITORNO DELL’“AUSTERITY” - NELLE GRANDI CITTÀ IL CONSUMO DI BENZINA È CROLLATO - DOVE NON SONO RIUSCITE LE CAMPAGNE ECOLOGICHE, HA COLPITO IL CARO-CARBURANTI: AUTO IN GARAGE E AUTOBUS AFFOLLATI…

Vladimiro Polchi per “la Repubblica

Alla larga dai benzinai. Dove non sono riuscite le campagne ecologiche, ha colpito il caro-benzina: auto in garage e autobus affollati. I dati parlano chiaro: nelle grandi città il consumo di carburanti è crollato, con punte negative di -30%. A livello nazionale, nel mese di maggio 2008, la vendita di verde è calata del 9,1% rispetto a maggio 2007 e il gasolio del 3,5%. Non solo. Nei primi cinque mesi dell´anno le pompe hanno erogato 164mila tonnellate di combustibile in meno, rispetto all´anno precedente.

Secondo l´Unione petrolifera, la contrazione è generalizzata: i consumi petroliferi italiani (comprensivi di carburanti, lubrificanti, bitumi, petrolio da riscaldamento) nel mese di maggio 2008 hanno raggiunto 6,8 milioni di tonnellate, con un calo del 3,8% (269.000 tonnellate in meno) rispetto allo stesso mese del 2007. Ma è nelle grandi città e nel settore carburanti, che la contrazione diventa crollo: 30% in meno a Genova, 20% a Torino, Firenze e Bologna, 15% di calo nei distributori pugliesi, 12% in quelli di Palermo, 10% a Roma e Napoli, 7% a Milano.

A soffrire di più sono i gestori dei piccoli impianti dei centri urbani. A lanciare l´allarme è la Federazione autonoma dei benzinai (Faib): «Sa quanto guadagniamo mediamente su un litro di benzina? 3,5 centesimi di euro fissi, a prescindere dagli aumenti di prezzo - spiega Martino Landi, presidente nazionale del Faib-Confesercenti - per questo, il calo dei consumi rischia di strangolarci: in alcune grandi città del nord Italia è andato in fumo quasi un terzo delle vendite».

Insomma il caro-benzina non porta un euro in più nelle tasche dei benzinai, «mentre festeggiano le casse dello Stato grazie alla maggiore Iva versata». «Siamo stretti - prosegue Landi - tra crollo dei consumi e aumento dei costi di gestione, per questo sono in corso trattative con le compagnie petrolifere per rivedere i nostri margini di guadagno per ogni litro».


Meno benzina, meno auto. «I continui rialzi hanno spinto un automobilista su dieci, circa 2 milioni di persone, a non utilizzare più l´auto – sostiene Carlo Pileri, presidente dell´associazione consumatori Adoc – mentre 6 milioni, circa uno su cinque, la utilizzano solo una volta alla settimana. In totale, 8 milioni di automobilisti hanno modificato radicalmente le loro abitudini. E prevediamo che entro fine anno circa la metà degli italiani userà la macchina sporadicamente».

Diminuisce il numero delle auto (10% di immatricolazioni in meno nei primi cinque mesi dell´anno) cresce l´utilizzo dei mezzi pubblici. «Nelle grandi aree urbane, quello della benzina è un consumo comprimibile - afferma Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo - a differenza del gasolio, utilizzato massicciamente dai mezzi di lavoro.

Si cerca di non uscire in macchina se non è indispensabile e aumenta il ricorso agli autobus. A Milano, negli ultimi 12 mesi, si è avuto un incremento del 10-15% dei passeggeri dei mezzi pubblici, complice il caro benzina e l´introduzione del ticket d´ingresso». Secondo Martinello, «l´aumento dei prezzi della benzina danneggia i consumatori, ma ha un effetto collaterale positivo». Quale? «Meno inquinamento».

Effetto collaterale confermato da una recente ricerca del centro studi Promotor (Csp): dall´inizio dell´anno i minori consumi di benzina hanno giovato all´ambiente, portando a un risparmio di anidride carbonica di mezzo milione di tonnellate. La diminuzione è pari a quella che si avrebbe se settecentomila pendolari decidessero di passare dall´auto al treno. «I minori consumi sono dovuti in parte a comportamenti diversi da parte degli automobilisti dettati dai prezzi - afferma Gian Primo Quagliano del Csp - in parte al rinnovo del parco macchine, che favorisce sempre di più il gasolio, che è meno inquinante». La conseguenza? 544mila tonnellate in meno di CO2.

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