L'amore Inventato e il Gossip Degradato

Eccovi servita la Bufala di giugno sulla femminilità stereotipata e il giornalismo alla spettegulessssssssss.

Due articoli per scegliere da che parte stare: con Emma (e Lidia Ravera) che si prende gioco di Diva e Donna inventando un finto amore per vedere l’effetto che fa o con Maria Laura Rodotà che la accusa di essere stata ingenua e proterva.


Emma ha messo, come spesso le succede, il dito nella piaga. Non c'è spazio per argomenti scottanti e decisivi in certi ambienti, ma se si accenna a un argomento sexy... ecco servito lo scoop. Che tristezza. Bye, Rex


BONINO: VUOI IL GOSSIP? PRENDI E INCARTA ‘STA BUFALA DELLA MIA LOVE STORY!
CON LA SCUSA DI UN´INTERVISTA SULLA POVERTÀ, DOMANDE SULLA VITA PERSONALE
“IL PROBLEMA NON È ‘DIVA E DONNA’, QUANTO UN GIORNALE COME ‘LA REPUBBLICA’”

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica

Contrordine: Emma Bonino non è innamorata. Era uno scherzo quanto confidato al settimanale Diva e donna a proposito di un misterioso fidanzato: «Si tratta di una bufala, dovuta ad un dato di irritazione, oltre che da una riflessione che faccio da tempo sugli stereotipi al femminile» ha spiegato ieri in una telefonata a Radio radicale, dopo aver visto gli effetti della sua confessione pseudo-amorosa.

Secondo l´esponente radicale, già ministro e oggi vicepresidente del Senato, il rotocalco le aveva chiesto un´intervista alla vigilia del vertice Fao sui temi della nutrizione, dell´energia e della povertà; ma poi le ha anche chiesto di fare un servizio fotografico a casa sua e insieme con la giornalista sono arrivate le «inesorabili» domande su vita personale, rinunce esistenziali e rapporti con Pannella. A questo punto «mi sono detta: o mi invento una lite con Pannella o mi invento un fidanzato». E ha scelto - significativamente, si può forse notare - l´opzione del fidanzato inventato. A questo solo dovrebbe essere limitata la bufala, il servizio essendo di quattro pagine.

Il giorno dopo, comunque, Emma Bonino è rimasta sorpresa e contrariata dal rilievo e dalle modalità con cui le agenzie e i quotidiani, tra cui Repubblica, avevano accolto la storia del suo finto amore. Per concludere: «È un bel test sul giornalismo italiano, credo». Ce n´era quanto basta per qualche domanda e qualche risposta. Scritte, purtroppo.

Ma non è che pure stavolta s´inventa qualcosa per poi poter dire che era una bufala?
«Guardi, sono così poco pratica in bufale che non sono riuscita a reggere il gioco per più di 24 ore! Anche se mi sarebbe piaciuto: sono sicura che qualche contenitore Rai avrebbe imbastito qualche dotto dibattito sull’ “amore a 60 anni” con tanto di invito come testimonianza di vita vissuta, nella migliore tradizione di presenza femminile stereotipata. Basta verificare i dati del centro d´ascolto radicale per scoprire che è esattamente così».

Secondo lei, è una notizia che il vicepresidente del Senato dichiari o comunque ammetta di essere innamorato?
«Mi consulterò con i miei colleghi vicepresidenti del Senato, Vannino Chiti e Domenico Nania, per sapere se, anche a loro, è capitato di essere sottoposti a domande sui propri affetti, con tanto di analoghi ragionamenti più o meno imbastiti».

Esiste oggi una netta linea di demarcazione tra sfera pubblica e sfera privata? E se sì, chi la stabilisce?
«Ma io non ho posto per niente questo problema che peraltro non mi appassiona. Ho posto il problema che una donna "impegnata" in qualunque campo inesorabilmente si chiede sempre qualcosa che ha a che fare con la vita sentimentale, o familiare o privata. E come le concilia, e a cosa ha dovuto rinunciare e via stereotipando. Mai ho visto rivolgere le stesse domande a un politico maschio».

Le viene mai il sospetto che alla lunga la conquista dell´attenzione, con le sue tecniche, finisca per scappare di mano ai personaggi pubblici?
«Ho già risposto sopra».

Al netto dell´irritazione: davvero lei pensava che un rotocalco come Diva e donna volesse farle un´intervista alla vigilia del vertice Fao, lei dice, sui temi della nutrizione, dell´energia e della povertà?
«Scusi se insisto ma il problema non è tanto Diva e donna, quanto che un giornale come La Repubblica dedichi una mezza pagina (mezza pagina!) con tanto di ricerche di archivio e approfondimenti socio-politici ad una vicenda relativa a una persona che nel frattempo è intervenuta su Alitalia, immigrazione, sicurezza, giustizia, è andata fino in Egitto per seguire un prevertice sulla "nuova" fame nel mondo e potrei continuare, senza che lo stesso giornale trovasse mai né "lo spazio" né l´interesse per nessuna di queste "inutili" o appunto poco sexy attività».

2 - CARA EMMA, COSÌ NON VA. TROPPO PROTERVA
Maria Laura Rodotà per il Corriere della Sera

No, Emma, no. Va bene, fa caldo. Ed è sempre ridicolo ossessionare le donne per sapere se sono fidanzate. Ma perché maltrattare tutti? I rotocalchi che devono fare i rotocalchi, le fans contente di leggere della sua insistenza nell'aspirare al Quirinale, e pure chi si rallegrava del suo annunciato innamoramento, per uno straniero poi, non un collega-compatriota di quelli entusiasti delle neoparlamentari strappone?

Bonino, in Italia, è stata una rarissima femmina capace di fare della propria narrativa personale un punto di forza politico e una fonte di popolarità. Raccontando del suo aborto, di legami complicati, di sofferenze causa abbandono, di vita da singola che fa famiglia con le amiche. Si è stufata, magari. Dopo aver mandato a Diva e Donna un testo sul vertice Fao, si è trovata in casa un fotografo e una giornalista che le chiedeva degli affari suoi e anche di Marco Pannella. E allora «mi sono detta: o mi invento una lite con Marco o mi invento un fidanzato».

Per poi smentire dopo anticipazioni e commenti; appena il settimanale era in edicola. Annunciando: «È un bel test sul giornalismo italiano ». Possibile. Lo è anche sui politici italiani, che ormai si raccontano molto e si fanno vedere nel privato; e su Bonino, finora diretta e perciò simpatica, ora non piacevolmente sorprendente. Perché stavolta, forse, Bonino è stata:

a) Troppo ingenua. Diva e Donna, come argomenti e pubblico, è testata assai diversa dall'Economist, si sa. I giornalisti dei rotocalchi, per lavoro, agganciano personaggi in ogni modo e poi puntano sulla vita personale. Dopo quarant'anni di vita pubblica, Bonino dovrebbe saperlo. Come poteva pensare che in quel tripudio di veline al mare uscisse un suo testo sulla Fao?

b) Troppo proterva. Ha bistrattato la cronista, il rotocalco, il pubblico. Soprattutto quello femminile, a cui era piaciuto questo autoritratto di donna indomabile e giustamente ambiziosa, con tocco romantico. Una vispa tizia di sessant'anni che si innamora ricambiata di un signore estero fa allegria, rende ottimiste. Se la vispa suddetta poi smentisce e sfotte, finisce per inimicarsi il gruppo sociale che da sempre l'ha apprezzata e sostenuta, le femmine insomma (anche le più forti rimangono male se illuse, specie da altre femmine).

c) Troppo poco inventiva. Una volta deciso di prendere in giro Diva e Donna e il circo mediatico, doveva ricamare di più sulla sua love story. Così, non le hanno dato neanche un richiamo in copertina.

d) Troppo poco Bonino. Da che mondo è mondo, i radicali si lamentano della scarsa attenzione di stampa e tv, e trovano sempre nuovi modi per attrarne. Anche Bonino. Per decenni ha giocato sul filo del personal-politico con sincerità e acume. Però stavolta ha fatto sentire stupide proprio quelle che tifavano per lei. Non una buona mossa, non da Emma, no (e poi resta il dubbio che si sia veramente fidanzata, e le illazioni continuano; e Diva e Donna si è fatta un sacco di pubblicità, grazie a lei).


Brava Bonino, ci hai pizzicati

• da L'Unità del 26 giugno 2008, pag. 27 di Lidia Ravera

Dunque Emma Bonino, che non è arrivata alla politica dal concorso di miss Gambe né dall’onorata carriera di valletta, ha un innamorato. E questo innamorato non è Marco Pannella (ma va?). E inoltre la Bonino, non per offendere, ha pure 60 anni, eppure... La notizia piccante era su tutti i quotidiani più autorevoli che, come capita sempre più spesso, l’avevano pescata dal rotocalco Diva e Donna (il secondo più gettonato è Chi). Il tono era quello, affettuosamente paternalista, riservato alle zie nubili quando si scopre che, invece di andare in parrocchia, si sono recate a ballare il tango e mi sono, come sempre, irritata. Non con Emma, la cui serietà è fuori discussione, ma con la quantità e qualità delle righe dedicate al commento di un fatto privo di interesse. Ho pensato: se uno vuol sapere tutto sugli amori dei personaggi famosi, ha un’ampia scelta di testate a disposizione, perché invadere i quotidiani? Poi ho voltato pagina e ho continuato diligentemente a soffrire con tutte le altre nefaste novità. Due ore dopo, un dispaccio d’agenzia svelava l’arcano: quella di Emma Bonino non è stata una confidenza, bensì una provocazione. Invitata da Diva e donna a concedere un’intervista sul tema della fame nel mondo in occasione della conferenza mondiale della Fao, la competente Emma avrebbe deciso di inserire un po’ di gossip sentimentale per dimostrare la fatuità del giornalismo italiano. Una cosa tipo: scommettete che se rivelo cifre terribili sulla quantità di bambini morti per fame, critico e propongo e analizzo, non una parola sarà ripresa, se invece faccio un accenno alla mia vita privata, sui cui non ho mai intrattenuto né l’Italia né l’Europa e meno ancora il Terzo Mondo, tutti daranno spazio a quello e soltanto a quello? Naturalmente ha avuto ragione, dimostrando tre piccole verità, ormai ovvie, ma non per questo meno gravi. Primo: i giornali "seri" imitano quelli popolari in una corsa al ribasso che caratterizza il cosiddetto "libero mercato" in modo uniforme (per qualche copia in più, per qualche spettatore in più, per qualche indice di gradimento in più peggiora tutto, dalla televisione alla letteratura, dalla stampa allo spettacolo). Secondo: della terribile sperequazione fra chi è satollo e chi crepa di fame non frega niente a nessuno (almeno finché la fame degli altri non minaccerà molto da vicino le nostre tavole imbandite). Terzo: gli esseri umani di sesso femminile, indipendentemente dalla loro competenza, dal loro valore, dal loro impegno e dalla loro posizione nella piramide sociale, devono sempre e comunque rendere conto della loro situazione sentimentale, della loro avvenenza o mancata avvenenza, della loro età e dei loro rapporti con l’altro sesso. Se riescono a innamorarsi e far innamorare, quello sì che è un risultato. Tutto il resto è roba da maschi o sublimazione, puoi anche diventare Presidenta della Repubblica, ma come femmina sei fallimentare. Uffa, è l’unico commento che mi sento di aggiungere. Se, invece, Emma Bonino si è davvero lasciata andare ad una allegra confidenza e, scocciata dal polverone suscitato, ha deciso di inventarsi, a posteriori, la provocazione, allora, come si dice: chapeau! Complimenti! E' la più spiritosa e intelligente di tutte le ritrattazioni. Dovrebbe brevettarla.

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