Piccole Politiche USA crescono

Stefano Pistolini, autore dell'articolo che posto di seguito è un acuto osservatore della realtà USA e spesso anticipa mode e tendenze, anche quelle politiche. Potete ascoltarlo la domenica mattina su RADIO24 con la sua trasmissione ANNI 10.
Purtroppo da oltre Atlantico non arrivano buone notizie, anche laggiù spopolano luoghi comuni e apparenza e i personaggi politici che avanzano non promettono nulla di buono. Bye, Rex

MODELLO PALIN (di Stefano Pistolini)
Seguite questa Christine O'Donnell, non ve ne pentirete – se vi interessa la politica americana, o anche solo quella società e le sue veloci mutazioni. Seguite Christine O'Donnell anche se i suoi successi a tutt'ora, dopo una sfilza di sconfitte lunga un decennio, si limitano all'aver vinto le primarie repubblicane per un seggio del Senato nel voto di novembre, per conto del piccolo Stato del Delaware (quello di Joe Biden), dove ha battuto il favoritissimo candidato del partito repubblicano Mike Castle, attribuendosi i colori sociali del Tea Party locale.

Seguite la O'Donnell perché mette al passato Sarah Palin, avendo il potere di farla sembrare un personaggio politico tradizionale, già compromesso con le pastoie di Washington. Seguitela perché però – e mica è un caso – la O'Donnell si veste esattamente come la Palin, stessi tailleur rosso fuoco, stessa acconciatura da parrucchiere dello shopping mall, dice di idolatrarla e parla allo stesso modo – tutta ammiccamenti e incoraggiamenti, tutta aggettivi, gridolini e inviti a tener duro che è ora di cambiare l'America, anzi di riprendersela. Seguite la O'Donnell, anche se è facile che da qui a novembre i grandi media la facciano a pezzi, perché se lei non arriverà al traguardo (visto il plotone di scheletri che ospita nell'armadio) stabilisce però uno standard nuovo del quale in America si terrà conto almeno fino al 2012: ovvero che i politici di riferimento non si "seguono", ma si creano sul momento, a seconda di necessità e circostanze. Ovvero può capitare a chiunque ci provi, di ritrovarsi leader, magari solo per il famoso quarto d'ora, perché adesso gli umori popolari sono spazientiti e nervosi e del tutto imprevedibili sono i comportamenti dell'elettorato e i suoi capricci di scelta.
Seguite la O'Donnell perchè nella sua prima memorabile domenica da vincente ha bidonato, "Face The Nation" della Cbs e "Fox News Sunday", cancellando le sue partecipazioni agli show con un paio di e-mail. Scusa ufficiale: tornare a fare campagna elettorale in Delaware, ma nessuno può crederle, perché due passaggi tv di quel calibro valgono un mese di campagna elettorale – sempre che non si sia certi di non avere risposte decenti alle domande scomode in arrivo. Ovviamente le vendette dei giornalisti saranno intinte nel curaro.
Ma nonostante queste turbolenze, continuate a seguire Christine O'Donnell, in quello che sarà il suo balenare per la grande politica americana: lei è quasi impresentabile, ma sembra posseduta da un entusiasmo contagioso, percepisce d'essere sulla cresta di un'onda che monta sempre più e può diventare lo tsunami che cambi la funzione e anche il senso della politica americana d'inizio secolo.
Quel che è certo è che ce ne saranno una, dieci e cento di O'Donnell – perché ormai è chiaro come funziona la rappresentatività che una parte consistente d'America chiede oggi di mandare a Washington: volti nella folla, Mr e Mrs Smith, che a colpi di buonsenso, banalità e populismo diano l'impressione di interpretare la voce della strada.
Questi sono brividi da seconda repubblica, versione Usa. Palin – e anche Obama – sono avvisati: il rischio "modello dell'anno scorso" è dietro l'angolo.

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