La Società dei Magnaccioni

Gnam Gnam!
Dopo il Battesimo Padano (link alla foto in fondo), ecco l'Imboccata Romana. Ormai non ho più parole per commentare questo teatrino, la presa in giro è continua... basta che se magna! Saluti Rassegnati, Rex

Quella foto con Umberto in balìa (Marcello Sorgi per La Stampa)
Galeotto fu il rigatone. Quello, naturalmente, che la presidente del Lazio Renata Polverini ha malandrinamente, e letteralmente, infilato in bocca a Bossi, convocato in piazza Montecitorio dal sindaco di Roma Alemanno dopo gli insulti e le scuse al popolo della Capitale. Si sa: nella Seconda Repubblica le immagini hanno sempre contato più di qualsiasi discorso.

Nella prima legislatura di governo del centrodestra, la foto simbolo della fine della turbolenta collaborazione tra Forza Italia e Lega fu quella del Senatùr che passeggiava tra i viali della villa di Arcore, con il Cavaliere padrone di casa che lo teneva bonariamente a bada con una mano sulla spalla. L’idea del popolano nordista che s’era fatto intortare dal miliardario brianzolo fu più forte di qualsiasi rassicurazione trasmessa alla gente di Pontida dal vertice del Carroccio. In breve, eravamo alla fine del ’94, si arrivò al ribaltone.

Anche se non è detto che l’effetto debba ripetersi tale e quale, il potenziale indigesto della sceneggiata, messa su con qualche leggerezza per sanare l’affronto dei “porci” romani, c’era tutto. Chissà cosa avranno pensato ieri sera a Milano, tra la sede della Lega in via Bellerio e il Pirellone dove i leghisti siedono al governo della Regione insieme a Formigoni e al Pdl, guardando nei tg i filmati impietosi dell’incontro a piazza Montecitorio. Tra le urla delle tifoserie opposte e la ressa che stava quasi per schiacciare una cronista Rai, Bossi vi compariva in balia dello svelto Alemanno, ideatore del teatrino, e della furba Polverini, che lo imboccava di rigatoni sotto gli occhi preoccupati del governatore del Veneto Zaia. Il quale a sua volta, temendo forse l’effetto finale del fatidico appuntamento, aveva chiesto scherzando se era stato predisposto un adeguato servizio d’ordine. Si avvertivano urla sdegnate di sottofondo in romanesco. Si sentiva una massaia invitare Bossi ad andarsi a rimpinzare di polenta a casa sua. Si percepiva a malapena una mezza risposta - “Cornuta!” -, del Senatur in evidente difficoltà. Ma ormai il danno era fatto, l’unto di una scena da dimenticare resterà per sempre fissato nella memoria di questi giorni finali della legislatura morente. Nell’anno che prepara le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la Teano dei rigatoni e della polenta rischia di diventare più esplosiva della storia infinita della casa di Montecarlo e della rappacificazione impossibile tra Berlusconi e Fini.

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