Giochi da Censurare

Certe volte mi chiedo non retoricamente: dove andremo a finire? E le parole per commentare certe notizie... improvvisamente finiscono, anche se si tratta solo di uno stupido videogame. Bye, Rex

Sul web per giocare agli stupratori

In principio era «Rapelay»: entravi in un sito, categoria videogames, lo scaricavi e in venti minuti ti trasformavi in un maniaco che violenta a ripetizione. Del resto, era questo il nome del gioco: «rape» - stupro e replay - ripetuto. Le vittime? Donne e ragazze poco più che bambine: scolarette molestate per strada e stuprate nelle loro camere, tra libri di favole e orsi di peluche. Tutto tra pianti e disperazione. Eppure adesso, se possibile, c'è di più. E non perché - dopo la rivolta in America, in Inghilterra e in Francia, e le denunce di associazioni a tutela di donne e minori, in Italia - «Rapelay» sia uscito dalla rete. Piuttosto perché, oggi, su Internet circola una versione ancora più evoluta del videogioco che simula gli stupri: è in 3D e rende le scene più raccapriccianti. Il «gioco» si chiama «Itazura Gokuaku», ma gli amanti del genere «molestatore», sui blog, gli hanno affibiato un sottotitolo più orecchiabile: «Violenta le japo in metrò». Perché di questo si tratta: palpeggiamenti, terrore, aggressioni, disperazione e alla fine di stupri. Anche di gruppo se la modalità del gioco scelta lo prevede. I disegni, in stile «manga», i tipici fumetti giapponesi, sono più definiti, le suppliche e i lamenti delle vittime ancora più realistiche. E le modifiche ai comandi sempre più personalizzabili, per assecondare gusti e perversioni private di giocatori di ogni età. La trama - se di trama si può parlare - grosso modo è la stessa. L'obiettivo è violentare il più possibile. Ma mentre il protagonista di Rapelay punta, unicamente, su madre, figlia maggiore e minore della stessa famiglia, quello di Itazura Gokuaku si scaglia sulle sue vittime, a caso. A sceglierle e a decidere quale tipo di violenza infliggere loro, il «giocatore» che agisce sui comandi della tastiera. Le scene si svolgono nei corridoi e sulla metro, dove il maniaco incontra donne e ragazzine. Solleva gonne, strappa camicette, strattona e costringe, mentre la vittima implora aiuto. E i passanti possono essere coinvolti per trattenere la «preda» e stuprare. «Itazura Gokuaku» è parte di una serie di videogiochi «hentay» (manga a contenuto erotico) del tipo «guro». S'incentra cioè sul sesso accompagnato a scene di violenza cruda ed esplicita. In Italia non sono in vendita, ma si possono scaricare da Internet. Per farlo basta avere un computer e seguire le istruzioni. Per le modifiche non è necessario dimostrare di essere maggiorenni. Quando, raramente, viene chiesta l'età, è sufficiente dire di avere 18 anni, una dichiarazione che chiunque può fare. Nessun limite e nessuna sicurezza per i minori, quindi. Ma per giocare con un «simulatore di stupri», la distinzione tra chi è minorenne e chi non lo è più avrebbe poi senso?
Fonte: LaStampa.it

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