Il riciclo del 3D

Ancora non ho provato a vedere un film in 3D, deve essere spettacolare, ma il dover indossare degli occhiali appena usati da qualcun altro mi ha scoraggiato. E non sono il solo a pensarla così... Bye, Rex

Allarme Codacons: "Gli occhiali in 3D sono fuorilegge"

In quasi tutti i cinema gli occhiali non hanno il marchio di conformità Ce, e spesso vengono 'riciclati', con rischi di trasmettere infezioni. Molte le lamentele degli spettatori, possibile class action

Spettatori con gli occhiali in 3d (Ap / Lapresse)

Il proliferare dei film in 3D in programmazione nelle sale italiane (Avatar, Up, A Christmas Carol, Piovono Polpette, solo per citare i più recenti) ha portato il Codacons a segnalare ai NAS la possibile non conformità degli occhiali speciali per la visione di tali pellicole.
Si tratta di occhiali - spiega l’associazione
- che vengono forniti nelle sale cinematografiche per poter godere della nuova tecnologia tridimensionale. Da una ricerca effettuata dal Codacons in quasi tutti i cinema italiani emerge tuttavia come tali occhiali non dispongano del marchio CE.
Come noto la marcatura «CE»
(Conformità Europèenne) non è un marchio di qualità o di origine, ma attesta semplicemente la conformità del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza, fissati dalle disposizioni comunitarie. L’assenza del rischio di un pericolo grave per i consumatori è garantita da tale marchio. La Comunità Europea ha definito una serie di norme sulla sicurezza dei prodotti per tutelare i consumatori, e la commercializzazione e immissione in consumo è consentita solo ai prodotti che rispettano tutti i requisiti normativi.
Non solo. Sempre l’indagine
dell’associazione rileva come nella busta in cui sono contenuti gli occhiali forniti da alcuni importanti catene cinematografiche, si legga chiaramente «Made in china» e le avvertenze sui pericoli connessi all’utilizzo degli stessi non siano riportate in lingua italiana.
Inoltre in moltissimi cinema
gli occhiali vengono riciclati e passano da uno spettatore all’altro, con rischio elevatissimo legato alla possibilità che attraverso le lacrime cadute sui vetri si trasmettano anche gravi infezioni. L’indagine del Codacons, da cui sono scaturiti gli accertamenti di queste ore dei Nas, è nata da tantissime mail pervenute all’associazione che denunciavano stanchezza agli occhi e senso di nausea da parte degli spettatori dopo alcune ore di visione.
L’associazione ricorda infine
come già in Gran Bretagna esperti del settore abbiano sollevato dubbi riguardo agli occhiali per la visione in 3D, sostenendo come questi possano provocare in molte persone, specie bambini, effetti collaterali quali affaticamento degli occhi, mal di testa, vertigini, ed effetto mal di mare.
Tutti gli spettatori - continua il Codacons
- che constatino che gli occhiali sono privi di marchio CE, che deve essere ben visibile sull’occhiale stesso, lo segnalino al blog www.carlorienzi.it: il Codacons infatti sta studiando una possibile class action per i danni alla salute e i rischi collegati alla commercializzazione di un prodotto privo dei requisiti di legge.

Fonte: quotidiano net

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