La Manipolazione del Marketing

Ormai tutto è finto e manipolato: dall'informazione ai consumi è difficile trovare opinioni libere da condizionamenti e veline. Anche nel marketing, c'è la caccia agli "opinion leader", ragazzini pagati dalle Ditte per infestare siti e social forum con elogi fasulli dei prodotti da sponsorizzare. Almeno i bambini e ragazzini potrebbero essere lasciati in pace? Bye, Rex

Internet marketing pensa alla paghetta per i giovani


Marketing on line d’assalto grazie a giovani pagati per esprimere opinioni positive sui prodotti in circolazione sulla rete. I cosiddetti “Opinion Leader” sono tra i 7 ed i 24 anni, guadagnano circa 30 euro al mese, e non devono far altro che elogiare le qualità di alcuni prodotti nei forum, nei blog e ovunque vi sia una comunità digitale.

La cosa che non piace soprattutto è la possibilità che questa attività possa coinvolgere ragazzini di 7 anni avvezzi all’utilizzo di strumenti di interazione e comunicazione online.

Esaminando un sito specializzato si viene accolti da una frase che, tradotta, significa “crediamo tu sia la persona più adatta a pubblicizzare i nostri prodotti e i nostri servizi”.

Si tratta di prodotti predestinati ad un target fatto di giovani come bibite e tecnologia di consumo. I ragazzini e gli adolescenti vengono messi a tutti gli effetti sotto contratto per infiltrarsi nei social networks e svolgere campagne promozionali in merito al marchio designato. Le esche per attirare i giovani in questo tipo di “lavoro” sono un sistema di bonus legati alla produttività grazie ai quali chi ottiene i migliori risultati viene ringraziato con alcuni omaggi.

Inoltre il sito promette che una buona carriera presso la stessa struttura di marketing multimediale sia un fiore all’occhiello che nel proprio curriculum vitae non può che fare bene, garantendo addirittura l’accesso alle migliori università della Gran Bretagna.

Questa tecnica pubblicitaria che si crede nuova ma non lo è affatto – dato che esiste da quando esistono le community online – sta generando diverse polemiche; i primi a dichiararsi lesi sono gli stessi genitori che devono per primi dare il benestare ai minori ai quali viene richiesto di svolgere l’attività promozionale. Il permesso viene infatti prontamente verificato dal team della Dubit. Le discriminanti per l’assegnazione dei prodotti da pubblicizzare sono il sesso e l’ età. Si tratta per lo più di bibite gassate, che guarda caso sono al centro di dibattito proprio in Inghilterra. E’ infatti in corso una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Government’s Food Standards Agency, ente governativo che sostiene la cultura alimentare.

Il popolo inglese si schiera contro questa forma di raccolta dati sia del promoter che del potenziale acquirente, e mette in guardia chiunque dall’affidare i propri figli a questo tipo di marketing “guerriglia” che senza pietà sfrutta anche i minori e cerca di veicolare l’opinione altrui in modo artificioso.

Fonte: Marketingjournal.it

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